mercoledì 30 dicembre 2009

Un quarto d'ora di celebrità

In un mondo in cui l'autocelebrazione è motivo di vita per molti, anche un piccoloresistente merita il suo quarto d'ora di celebrità. Per cui, per festeggiare la fine del 2009, ho deciso di estendere a tutti i visitatori degli scleri del Marcenario, del dottor Gonzo e dello scrivente Garden, i dati dell'anno su questo gran bel blogghettino. Giusto due numeri per spararsi una pippa e per ringraziare chi ha deciso di dedicare qualche minuto del suo tempo a leggere questi tre fessi dal peso specifico di circa 100 kg l'uno... Basta parole, largo a qualche numero.
Il periodo di cui parliamo è quello che va dal 26 aprile ad oggi...

1068 le visite al sito da parte di 420 visitatori con una media di 4,30 pagine viste al giorno
1643 le pagine visualizzate da utenti di 9 paesi nel mondo (esclusa l'Italia)
38,53% di visite nuove

Tutto questo mondo di cazzeggiatori della rete ci conosce così:
il 37% arriva qui (udite udite) grazie a Facebook, che supera così i cuoriosi di Blogger (26%) battendo anche Google (16%). Proprio dai motori di ricerca arrivano i modi più assurdi con cui le persone sono arrivate qui: circa la metà cercando "ilpiccoloresistente" (chissà quanti avranno clikkato sul pulsante "Mi sento fortunato"?), gli altri cercando chiavi di ricerca tipo "Monica Setta", "cosce", "tette" e "mi avete preso per un coglione", confermando così, qualora i contenuti del blog non bastassero, che internet è il posto delle perversioni. E se non è perversione cercare Monica Setta... ditemi voi che significa perversione...

E concludiamo coi contenuti:
Tralasciando i fedelissimi del blog che entrano dall'home page indipendentemente dal post e considerate le chiavi di ricerca, l'Oscar del post più letto spetta di diritto al dottor Gonzo che con "Dopo la casta, la Setta" sbanca il botteghino del piccoloresistente. Sul podio salgono anche il post del Mercenario "Un'estate a mare" e quello del sottoscritto "Dura una vita una partita a Risiko". Il tutto nel mio immaginario genera una fotografia di Monica Setta che gioca a Risiko su una spiaggia... ma avendo parlato di perversioni, ognuno ha le sue...
Il giorno di massimo splendore del blog è stato il 13 maggio con 46 visite nelle 24 ore.
Infine una considerazione: nonostante le tante persone che hanno espresso un certo gradimento per il blog, siamo la schifezza delle schifezze per commenti ai post da parte dei lettori... Per cui un augurio: a Gonzo, al Mercenario e a me stesso auguro un 2010 ricchio di deliri notturni e non solo, con qualche gran bel spammer che ci inonda di commenti inutili e di pubblicità occulte e una fortuna lavorativa che segua (se non superi) quella che questo blog ha fin qui avuto.
A tutti gli altri un grazie per l'interesse che ci regalate.

P.s. E' il primo post che scrivo prima delle 2 di notte... tutto merito dell'idraulico (che mi ha svegliato alle ore 8.20) e di un lavandino che perdeva. Condividi

venerdì 25 dicembre 2009

Letterina a Babbo Natale...

uè 'o Chiattò, tutt' appost? Amm' faticat pure stu' Natale eh?
Beat' a te, 24 ore all'anno e po' staje n'grazie 'e dio...
'na botta 'a Befana, puort 'e renne à piscià e po' magne comm' a nu puorc per trecientsissantacinc' juorne..
chest' sì che è vita, mocc' a soreta!
Bellill', mi sa che con la lettera che ti ho spedito è fatt' "passo" pur' chist' anno... eppure ch' sfaccett', solo nu poco 'e fatica t'avevo chiesto!
Guagliò, guarda che po' s'accumulano gli arretrati, po' nun dicere che non t'avevo avvisato perché to' facci' pavà co' nteress'... e nun te lamentà si' t'astemm' 'e muort', perché te vuless' verè 'o posto mio..
Mò nun accumincià ca' storia di chi sta cchiù 'nguaiato 'e me, dei bambini che vengono prima di tutto - a proposito se continui su questa china co' cazz' che avrò un bambino a cui potrai portare regali - perché 'o saccio già, nun c'è bisogno che faje 'a predica..
Fatto sta che m'è vuttat' pure chesta vota int' a scurdata... penzav' che facenn' 'o buon guaglione e qualche fioretto qualcosa riuscivo a meritarla!
Vabbè, aggi' schifat' nu poco 'e cchiù a qualcuno, so' carut' in tentazione più di una volta ma che c'azzecca pure io so' fatto 'e carn' 'e ossa, ultimamente cchiù carn' ca' ossa però chist' nun so' cazze tuoje.
eppure pure stu' 2009 (dujmilaenove per chi sta impegnandosi a tradurre) nun aggi' arrubbato, nun aggi' sparato a nisciuno, nè me so' drogato o 'mbriacato...
Vabbuò, mò m'aggi' scucciat'... sientem' buono, io gli auguri te li rinnovo pure questo Natale ma si' po' durante l'anno nun te miett' 'a squadra so' capace 'e venì fino a casa toja e te taglio 'a capa!
No, nun è 'na minaccia ma almeno accussì te levo 'a miezz e me pigli' 'o posto tuoje...
Statt' buon e fà cose bone!

ps. ah, mò me scurdav 'o vì... comunque mi sa che hai aperto una mia lettera di qualche anno fa, pecché quel favore sui due B. te l'avevo cercato tempo addietro... Condividi

giovedì 10 dicembre 2009

L'istituto giuridico della verità

Stragi di stato e digitale terrestre, giudici assassinati e Grande Fratello, pillola abortiva e immigrazione. Siamo già fuori tempo massimo e non ce ne accorgiamo. Prendi la prima pagina di un qualsiasi giornale e ti accorgi che nel Bel Paese, anche un bambino di 6 anni conosce il significato della parola “prescrizione”. Poi ci sono gli studenti di Giurisprudenza che con un riflesso quasi pavloviano ci mettono sempre dietro “e decadenza”, ma quello serve solo a ricordarsi di aver superato Diritto Privato. Su quel giornale invece, forse finito di scrivere a tarda sera grazie al gran lavoro di menti pensanti, non sono tanto le notizie a essere vecchie. Quelle dichiarazioni, quelle analisi, quelle domande, sono freschissime. Si difendono, ad armi impari, dalla concorrenza della rete. No, non è quello. E’ la verità in questo Paese che è ridicolmente “prescritta”.

Quando la studi, capisci che la questione principale per capire il concetto della prescrizione, è che “a distanza di molto tempo dal fatto, viene meno sia l’interesse dello Stato a punire, sia la necessità di un processo di reinserimento sociale del reo”. Interesse e necessità, parole non a caso.

Ed è lo stato in cui versa oggi la realtà della Repubblica (intesa come cosa di tutti, non come giornale) che può tecnicamente dirsi prescritto.

Ogni giorno parliamo di cose che non ci interessano più, di argomenti che non ci appassionano, di beghe in cui andiamo a cercare il pruriginoso più che il senso. Perché al senso, forse, ci siamo disabituati. Abbiamo un telecomando e invece di usarlo per cercare un programma che ci piace, lo usiamo perché amiamo premere i suoi tasti e cambiare canale.

RaiUno - Dell’Utri va a Porta a Porta, sostiene di essere una persona per bene, che non ha mai fatto nulla di illecito e che la sua condanna di primo grado è tale perché i giudici hanno accolto l’ipotesi dell’accusa: non c’è nulla di riscontrabile. L’unica certezza è che ha conosciuto Mangano e che Spatuzza, un mafioso che lo tira in ballo, non può provare nulla. Graviano, Santapaola, Riina… hanno fatto male, erano gente di merda, ma lui non li conosce.

E io credo a quello che dice! Si, ci voglio credere, che me ne frega? Sono quasi tutti morti! E’ passata una vita. Falcone e Borsellino sono morti, li hanno uccisi. E intanto Dell’Utri, o meglio il SENATORE Dell’Utri (perché anche se restassi io nel dubbio su di lui, lui sarebbe comunque un senatore della mia Repubblica; e scusate se senatore non l’ho scritto con la S maiuscola, ndr) ha fatto cose, ha contibuito a fondare Forza Italia, ha fatto eleggere per ben 3 volte il suo “sovrapposto” (con dedica a Cenz1), ha fondato lui direttamente i Circoli Azzurri, quelli per i giovani. Sono passati quasi 20 anni e parliamo di mafiosi morti. Non ce lo possono dire dall’aldilà che Dell’Utri è diverso da come vuole apparire. Può dire tutto ormai Dell’Utri e anche se si riuscisse a ricostruire perfettamente ogni dinamica e ogni responsabilità di quegli anni e di quegli eventi, ormai è tardi. Se delinqueva 20 anni fa, lo ha continuato a fare per tutti questi ultimi venti anni. Non serve prescrivere il processo a Dell’Utri, serve prescrivere Dell’Utri.

RaiDue – “Comprate tutti il digitale terrestre, perché altrimenti sparisce la tivvù”.

Vabbè abbiamo risolto così tutti i problemi sulla posizione dominante del presidente del consiglio evitando pure le multe europee per Rete4. Tutti adesso si possono procurare un pochino di pubblicità e fare la propria tivvù, per il loro microsegmento di mercato, che ne sarà ben contento.

Ma se uno la tivvù la vede già sul proprio computer, non ci viene il sospetto che questo digitale terrestre sia in realtà come E.T. che però non se n’è mai tornato a casa? Invecchiato! La tecnologia ha scoperto che una quantità di dati infinita può viaggiare in un cavo e noi spariamo ancora frequenze nel cielo? Con le antenne?

No, è ufficiale, noi abbiamo un gusto retrò. Anche se regalassero auto bellissime che vanno a idrogeno e che possiamo fare camminare con un pieno d’aria, noi ci terremmo comunque la nostra Regata, classe ’88, che consuma come un’ossessa.

E poi, sugli altri canali, parliamo di Piazza Fontana, delle gravidanze abortite, della strage di Ustica, del leghista razzista e del Papa che si preoccupa del futuro dei giovani. Si, abbiamo voglia di ricordare quanto ci ingrippammo, in quegli anni, a capire chi aveva messo quella bomba in quella banca. Dobbiamo esprimere la nostra idea sulle prospettive etiche di un ovulo fecondato. Dobbiamo sentircelo dire che ci sono persone razziste in questo Paese e ce lo possiamo dimenticare che non è il colore della pelle a fare di un uomo uno straniero.


E in tutto questo non ci accorgiamo che, non solo abbiamo perso l’interesse nella verità, ma ormai non c’è neanche più la necessità del nostro reinserimento sociale.

La realtà sta cadendo in prescrizione e noi siamo i giudici che passeranno al prossimo caso, in attesa della prossima prescrizione.

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lunedì 7 dicembre 2009

Gli antiamericani

La senatrice statunitense Maria Cantwell ha detto di essere «rattristata per il verdetto» su Amanda Knox e di avere «seri interrogativi sul funzionamento del sistema giudiziario italiano» e sul fatto che «l’anti-americanismo possa avere inquinato il processo».
Premessa di chi ha ucciso Meredith e dei plastici simil-vespa me ne fotte un caZzo. Ma qui si raggiungono livelli di comicità allucinanti. Mo che i nostri giudici sono comunisti è un dato di fatto. Se non si trova più un comunista in giro è perchè stanno tutti quanti nelle aule dei tribunali. Come al solito ho sbagliato facoltà. Scienze politiche non era quella giusta, ci sono solo fasci. Dovevo andare a giurisprudenza, notissima per le sue inclinazioni filostaliniane.
Appura la sinistrosità mangiabambinesca di giudici e pm, apprendo ora che sono anche "antiamericani". Fra un paio di mesi saranno degli imam come Tetta(Ah)manzi, fra un altro paio froci, poi tutti trans. E vanno tutti al Grande Fratello.
Il caso Meredith, la sintesi. Una viene uccisa in una casa a Perugia. Vengono condannati Rudy Guede a 30 anni (nero e ivoriano chi vuoi che se ne fotta), Raffaele Sollecito a 25 anni (italiano e cazzone), sta cessa americana a 26 anni. Come mimino i sentimenti inquinanti dovrebbero essere il razzismo, l'anti-ivorianismo e l'anti-bamboccismo. E il commento della senatrice di staminchia mi starebbe anche bene.
Qualcuno in questi giorni per affrontare la vicenda ha tirato fuori di due tizi condannati negli States. Ma anche di questo me ne fotte un cazzo. Vorrei ricordare per un simpatico episodio.
"Il 3 febbraio 1998 alle ore 15:13 un Grumman EA-6B Prowler, aereo militare statunitense del Corpo dei Marines al comando del capitano Richard Ashby, decollato dalla base aerea di Aviano alle 14:36 per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina, al cui interno si trovavano venti persone, precipitò da un'altezza di circa 80 metri schiantandosi al suolo".
Il processo al genio, tale Ashby, del volo non fu mica celebrato mica in Italia, del resto siamo anti-americani ma Camp Lejeune nella Carolina del Nord.
"La Corte militare accertò che le mappe di bordo non segnalavano i cavi della funivia e che l'EA-6B stava volando più velocemente e a un'altitudine molto minore di quanto permesso dalle norme militari. Le prescrizioni in vigore al tempo dell'incidente imponevano infatti un'altezza di volo di almeno 2000 piedi (609,6 m). Il pilota dichiarò che egli riteneva che l'altezza di volo minima fosse di 1000 piedi (304,8 m). Il cavo fu tranciato a un'altezza di 360 piedi (110 m)". Ricapitaliamo, questo sarà su un mega caccia aereo intelligente che non indica neanche a che altezza quanto sto volando (lo avranno fatto alla Duchessa), non sa che deve volare a 600 metri d'altezza e ad una velocità nettamente inferiore, lui è convinto di volare a 300 metri dal suolo mentre trancia tutto a 110 metri, altri 200 più in giù. Uno scienziato della fisica e della metafisica praticamente su un aereo. Per dimostrare la loro innocenza distruggono la scatola nera e buonanotte al secchio. Assoluzione per omicidio e radiazione con disonore per intrlcio alla giustizia. Cioè stanno comodamente a casa ma almeno non gli danno la pensione.
Si, siamo noi che siamo anti-americani. Non voi che siete dei pesci. Condividi