mercoledì 30 dicembre 2009

Un quarto d'ora di celebrità

In un mondo in cui l'autocelebrazione è motivo di vita per molti, anche un piccoloresistente merita il suo quarto d'ora di celebrità. Per cui, per festeggiare la fine del 2009, ho deciso di estendere a tutti i visitatori degli scleri del Marcenario, del dottor Gonzo e dello scrivente Garden, i dati dell'anno su questo gran bel blogghettino. Giusto due numeri per spararsi una pippa e per ringraziare chi ha deciso di dedicare qualche minuto del suo tempo a leggere questi tre fessi dal peso specifico di circa 100 kg l'uno... Basta parole, largo a qualche numero.
Il periodo di cui parliamo è quello che va dal 26 aprile ad oggi...

1068 le visite al sito da parte di 420 visitatori con una media di 4,30 pagine viste al giorno
1643 le pagine visualizzate da utenti di 9 paesi nel mondo (esclusa l'Italia)
38,53% di visite nuove

Tutto questo mondo di cazzeggiatori della rete ci conosce così:
il 37% arriva qui (udite udite) grazie a Facebook, che supera così i cuoriosi di Blogger (26%) battendo anche Google (16%). Proprio dai motori di ricerca arrivano i modi più assurdi con cui le persone sono arrivate qui: circa la metà cercando "ilpiccoloresistente" (chissà quanti avranno clikkato sul pulsante "Mi sento fortunato"?), gli altri cercando chiavi di ricerca tipo "Monica Setta", "cosce", "tette" e "mi avete preso per un coglione", confermando così, qualora i contenuti del blog non bastassero, che internet è il posto delle perversioni. E se non è perversione cercare Monica Setta... ditemi voi che significa perversione...

E concludiamo coi contenuti:
Tralasciando i fedelissimi del blog che entrano dall'home page indipendentemente dal post e considerate le chiavi di ricerca, l'Oscar del post più letto spetta di diritto al dottor Gonzo che con "Dopo la casta, la Setta" sbanca il botteghino del piccoloresistente. Sul podio salgono anche il post del Mercenario "Un'estate a mare" e quello del sottoscritto "Dura una vita una partita a Risiko". Il tutto nel mio immaginario genera una fotografia di Monica Setta che gioca a Risiko su una spiaggia... ma avendo parlato di perversioni, ognuno ha le sue...
Il giorno di massimo splendore del blog è stato il 13 maggio con 46 visite nelle 24 ore.
Infine una considerazione: nonostante le tante persone che hanno espresso un certo gradimento per il blog, siamo la schifezza delle schifezze per commenti ai post da parte dei lettori... Per cui un augurio: a Gonzo, al Mercenario e a me stesso auguro un 2010 ricchio di deliri notturni e non solo, con qualche gran bel spammer che ci inonda di commenti inutili e di pubblicità occulte e una fortuna lavorativa che segua (se non superi) quella che questo blog ha fin qui avuto.
A tutti gli altri un grazie per l'interesse che ci regalate.

P.s. E' il primo post che scrivo prima delle 2 di notte... tutto merito dell'idraulico (che mi ha svegliato alle ore 8.20) e di un lavandino che perdeva. Condividi

venerdì 25 dicembre 2009

Letterina a Babbo Natale...

uè 'o Chiattò, tutt' appost? Amm' faticat pure stu' Natale eh?
Beat' a te, 24 ore all'anno e po' staje n'grazie 'e dio...
'na botta 'a Befana, puort 'e renne à piscià e po' magne comm' a nu puorc per trecientsissantacinc' juorne..
chest' sì che è vita, mocc' a soreta!
Bellill', mi sa che con la lettera che ti ho spedito è fatt' "passo" pur' chist' anno... eppure ch' sfaccett', solo nu poco 'e fatica t'avevo chiesto!
Guagliò, guarda che po' s'accumulano gli arretrati, po' nun dicere che non t'avevo avvisato perché to' facci' pavà co' nteress'... e nun te lamentà si' t'astemm' 'e muort', perché te vuless' verè 'o posto mio..
Mò nun accumincià ca' storia di chi sta cchiù 'nguaiato 'e me, dei bambini che vengono prima di tutto - a proposito se continui su questa china co' cazz' che avrò un bambino a cui potrai portare regali - perché 'o saccio già, nun c'è bisogno che faje 'a predica..
Fatto sta che m'è vuttat' pure chesta vota int' a scurdata... penzav' che facenn' 'o buon guaglione e qualche fioretto qualcosa riuscivo a meritarla!
Vabbè, aggi' schifat' nu poco 'e cchiù a qualcuno, so' carut' in tentazione più di una volta ma che c'azzecca pure io so' fatto 'e carn' 'e ossa, ultimamente cchiù carn' ca' ossa però chist' nun so' cazze tuoje.
eppure pure stu' 2009 (dujmilaenove per chi sta impegnandosi a tradurre) nun aggi' arrubbato, nun aggi' sparato a nisciuno, nè me so' drogato o 'mbriacato...
Vabbuò, mò m'aggi' scucciat'... sientem' buono, io gli auguri te li rinnovo pure questo Natale ma si' po' durante l'anno nun te miett' 'a squadra so' capace 'e venì fino a casa toja e te taglio 'a capa!
No, nun è 'na minaccia ma almeno accussì te levo 'a miezz e me pigli' 'o posto tuoje...
Statt' buon e fà cose bone!

ps. ah, mò me scurdav 'o vì... comunque mi sa che hai aperto una mia lettera di qualche anno fa, pecché quel favore sui due B. te l'avevo cercato tempo addietro... Condividi

giovedì 10 dicembre 2009

L'istituto giuridico della verità

Stragi di stato e digitale terrestre, giudici assassinati e Grande Fratello, pillola abortiva e immigrazione. Siamo già fuori tempo massimo e non ce ne accorgiamo. Prendi la prima pagina di un qualsiasi giornale e ti accorgi che nel Bel Paese, anche un bambino di 6 anni conosce il significato della parola “prescrizione”. Poi ci sono gli studenti di Giurisprudenza che con un riflesso quasi pavloviano ci mettono sempre dietro “e decadenza”, ma quello serve solo a ricordarsi di aver superato Diritto Privato. Su quel giornale invece, forse finito di scrivere a tarda sera grazie al gran lavoro di menti pensanti, non sono tanto le notizie a essere vecchie. Quelle dichiarazioni, quelle analisi, quelle domande, sono freschissime. Si difendono, ad armi impari, dalla concorrenza della rete. No, non è quello. E’ la verità in questo Paese che è ridicolmente “prescritta”.

Quando la studi, capisci che la questione principale per capire il concetto della prescrizione, è che “a distanza di molto tempo dal fatto, viene meno sia l’interesse dello Stato a punire, sia la necessità di un processo di reinserimento sociale del reo”. Interesse e necessità, parole non a caso.

Ed è lo stato in cui versa oggi la realtà della Repubblica (intesa come cosa di tutti, non come giornale) che può tecnicamente dirsi prescritto.

Ogni giorno parliamo di cose che non ci interessano più, di argomenti che non ci appassionano, di beghe in cui andiamo a cercare il pruriginoso più che il senso. Perché al senso, forse, ci siamo disabituati. Abbiamo un telecomando e invece di usarlo per cercare un programma che ci piace, lo usiamo perché amiamo premere i suoi tasti e cambiare canale.

RaiUno - Dell’Utri va a Porta a Porta, sostiene di essere una persona per bene, che non ha mai fatto nulla di illecito e che la sua condanna di primo grado è tale perché i giudici hanno accolto l’ipotesi dell’accusa: non c’è nulla di riscontrabile. L’unica certezza è che ha conosciuto Mangano e che Spatuzza, un mafioso che lo tira in ballo, non può provare nulla. Graviano, Santapaola, Riina… hanno fatto male, erano gente di merda, ma lui non li conosce.

E io credo a quello che dice! Si, ci voglio credere, che me ne frega? Sono quasi tutti morti! E’ passata una vita. Falcone e Borsellino sono morti, li hanno uccisi. E intanto Dell’Utri, o meglio il SENATORE Dell’Utri (perché anche se restassi io nel dubbio su di lui, lui sarebbe comunque un senatore della mia Repubblica; e scusate se senatore non l’ho scritto con la S maiuscola, ndr) ha fatto cose, ha contibuito a fondare Forza Italia, ha fatto eleggere per ben 3 volte il suo “sovrapposto” (con dedica a Cenz1), ha fondato lui direttamente i Circoli Azzurri, quelli per i giovani. Sono passati quasi 20 anni e parliamo di mafiosi morti. Non ce lo possono dire dall’aldilà che Dell’Utri è diverso da come vuole apparire. Può dire tutto ormai Dell’Utri e anche se si riuscisse a ricostruire perfettamente ogni dinamica e ogni responsabilità di quegli anni e di quegli eventi, ormai è tardi. Se delinqueva 20 anni fa, lo ha continuato a fare per tutti questi ultimi venti anni. Non serve prescrivere il processo a Dell’Utri, serve prescrivere Dell’Utri.

RaiDue – “Comprate tutti il digitale terrestre, perché altrimenti sparisce la tivvù”.

Vabbè abbiamo risolto così tutti i problemi sulla posizione dominante del presidente del consiglio evitando pure le multe europee per Rete4. Tutti adesso si possono procurare un pochino di pubblicità e fare la propria tivvù, per il loro microsegmento di mercato, che ne sarà ben contento.

Ma se uno la tivvù la vede già sul proprio computer, non ci viene il sospetto che questo digitale terrestre sia in realtà come E.T. che però non se n’è mai tornato a casa? Invecchiato! La tecnologia ha scoperto che una quantità di dati infinita può viaggiare in un cavo e noi spariamo ancora frequenze nel cielo? Con le antenne?

No, è ufficiale, noi abbiamo un gusto retrò. Anche se regalassero auto bellissime che vanno a idrogeno e che possiamo fare camminare con un pieno d’aria, noi ci terremmo comunque la nostra Regata, classe ’88, che consuma come un’ossessa.

E poi, sugli altri canali, parliamo di Piazza Fontana, delle gravidanze abortite, della strage di Ustica, del leghista razzista e del Papa che si preoccupa del futuro dei giovani. Si, abbiamo voglia di ricordare quanto ci ingrippammo, in quegli anni, a capire chi aveva messo quella bomba in quella banca. Dobbiamo esprimere la nostra idea sulle prospettive etiche di un ovulo fecondato. Dobbiamo sentircelo dire che ci sono persone razziste in questo Paese e ce lo possiamo dimenticare che non è il colore della pelle a fare di un uomo uno straniero.


E in tutto questo non ci accorgiamo che, non solo abbiamo perso l’interesse nella verità, ma ormai non c’è neanche più la necessità del nostro reinserimento sociale.

La realtà sta cadendo in prescrizione e noi siamo i giudici che passeranno al prossimo caso, in attesa della prossima prescrizione.

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lunedì 7 dicembre 2009

Gli antiamericani

La senatrice statunitense Maria Cantwell ha detto di essere «rattristata per il verdetto» su Amanda Knox e di avere «seri interrogativi sul funzionamento del sistema giudiziario italiano» e sul fatto che «l’anti-americanismo possa avere inquinato il processo».
Premessa di chi ha ucciso Meredith e dei plastici simil-vespa me ne fotte un caZzo. Ma qui si raggiungono livelli di comicità allucinanti. Mo che i nostri giudici sono comunisti è un dato di fatto. Se non si trova più un comunista in giro è perchè stanno tutti quanti nelle aule dei tribunali. Come al solito ho sbagliato facoltà. Scienze politiche non era quella giusta, ci sono solo fasci. Dovevo andare a giurisprudenza, notissima per le sue inclinazioni filostaliniane.
Appura la sinistrosità mangiabambinesca di giudici e pm, apprendo ora che sono anche "antiamericani". Fra un paio di mesi saranno degli imam come Tetta(Ah)manzi, fra un altro paio froci, poi tutti trans. E vanno tutti al Grande Fratello.
Il caso Meredith, la sintesi. Una viene uccisa in una casa a Perugia. Vengono condannati Rudy Guede a 30 anni (nero e ivoriano chi vuoi che se ne fotta), Raffaele Sollecito a 25 anni (italiano e cazzone), sta cessa americana a 26 anni. Come mimino i sentimenti inquinanti dovrebbero essere il razzismo, l'anti-ivorianismo e l'anti-bamboccismo. E il commento della senatrice di staminchia mi starebbe anche bene.
Qualcuno in questi giorni per affrontare la vicenda ha tirato fuori di due tizi condannati negli States. Ma anche di questo me ne fotte un cazzo. Vorrei ricordare per un simpatico episodio.
"Il 3 febbraio 1998 alle ore 15:13 un Grumman EA-6B Prowler, aereo militare statunitense del Corpo dei Marines al comando del capitano Richard Ashby, decollato dalla base aerea di Aviano alle 14:36 per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina, al cui interno si trovavano venti persone, precipitò da un'altezza di circa 80 metri schiantandosi al suolo".
Il processo al genio, tale Ashby, del volo non fu mica celebrato mica in Italia, del resto siamo anti-americani ma Camp Lejeune nella Carolina del Nord.
"La Corte militare accertò che le mappe di bordo non segnalavano i cavi della funivia e che l'EA-6B stava volando più velocemente e a un'altitudine molto minore di quanto permesso dalle norme militari. Le prescrizioni in vigore al tempo dell'incidente imponevano infatti un'altezza di volo di almeno 2000 piedi (609,6 m). Il pilota dichiarò che egli riteneva che l'altezza di volo minima fosse di 1000 piedi (304,8 m). Il cavo fu tranciato a un'altezza di 360 piedi (110 m)". Ricapitaliamo, questo sarà su un mega caccia aereo intelligente che non indica neanche a che altezza quanto sto volando (lo avranno fatto alla Duchessa), non sa che deve volare a 600 metri d'altezza e ad una velocità nettamente inferiore, lui è convinto di volare a 300 metri dal suolo mentre trancia tutto a 110 metri, altri 200 più in giù. Uno scienziato della fisica e della metafisica praticamente su un aereo. Per dimostrare la loro innocenza distruggono la scatola nera e buonanotte al secchio. Assoluzione per omicidio e radiazione con disonore per intrlcio alla giustizia. Cioè stanno comodamente a casa ma almeno non gli danno la pensione.
Si, siamo noi che siamo anti-americani. Non voi che siete dei pesci. Condividi

domenica 29 novembre 2009

Miao...

Addio Birilla. "Biri", solo per quelli a cui permettevi di volerti bene. Diciannove anni di felina gattosità. Lo ammetto, mi mancherai. Ci mancherai. Sontuosa e viziata, niente pesce dell'oceano ma solo mousse e patè please, come tutte le lady di una certa età. Ricordo il primo incontro e il fugace miao che a stento mi rivolgesti, come a dire "ma che va truvann chisto?". Ca va sans dire..
Ricordi ti avevo soprannominato gli occhi della 'gnora, visto che le prime volte che provavo a baciare la tua padroncina zompavi sul divano e attaccavi con acuti miagolii di rimprovero. E tutte le serate d'inverno quando venivi a rubarti il calore nella conchetta lasciata dal mio culone? Diciannove anni. Una vita. E affanculo a chi dice e sta pensando "è solo un animale".
E' stato difficile dirti addio, ma sarebbe stato ancora più crudele tenerti attaccata ad una vita che non era più tale. Immalinconirsi, immalinonirci al suono dei tuoi sempre più flebili e lamentosi miagolii. Facevi ancora le fusa nonostante il male che ti stava devastando. Ruffiana fino alla fine eh?
Lo confesso, un po' ti ho odiato negli ultimi giorni perchè quasi ci hai implorato di telefonare alla veterinaria. Assumetevi voi la responsabilità. Ponete fine a questa sofferenza. Siete stati i migliori umani che una gatta potesse incontrare , ma vi supplico lasciatemi andare. Prima però voglio godermi gli ultimi scampoli di sole a pancia all'aria e concedetemi l'ultima sniffata di erba gatta. Ah, se ci fossero anche delle olive. Sarebbe perfetto. Peccato, però non riuscirle a sbocconcellarle come un tempo.
E noi che vilmente speravamo che potessi andartene via nel sonno. Senza dolori. Senza l'intrusione di un'iniezione. Invece no. L'inevitabile ultimo strazio.
Sei stata una gatta dolcissima e sappi che ti abbiamo amato anche quando artigliavi la tappezzeria nuova e ne facevi brandelli.
Riposa in pace nel paradiso dei gatti e goditi le scodelle di crema pasticciera di cui eri ghiottissima.

Ps. mi mancheranno i tuoi smorfiosi strusciamenti,

Gianni Condividi

martedì 24 novembre 2009

Angelino rischia la bocciatura!

La fine del primo quadrimestre è ancora lontana, ma nella “III C” di Montecitorio c’è già stato anche il secondo giro di compiti in classe e in casa Alfano già si teme: il rischio che il piccolo Angelino possa perdere l’anno è evidente. Nonostante durante le interrogazioni alla cattedra, lo spilungone agrigentino, abbia tratto profitto da un discreto italiano (l’uso di “vertenza”, “articolo-due-comma-tre-bis” e “non mi interrompa” non conta, almeno non sbaglia i congiuntivi), i voti portati a casa in alcune materie sono drammatici e mamma Alfano è già in apprensione.

Dopo il 3 rimediato, nel mese di ottobre, al compito di Diritto (“bislacco” fu il giudizio che il Prof. diede di quel suo tema in cui sosteneva di poter rendere quattro alte cariche dello Stato superiori al principio di uguaglianza) e il 4-- ricevuto al corso di Giornalismo (quando destò l’attenzione dei compagni di classe sostenendo di poter mandare in galera chiunque scrivesse due righe su un’intercettazione), anche il 5 concessogli dalla Prof. di Educazione Civica (quando ha affernato che “Cucchi non doveva morire”) lascia poco spazio all’ottimismo. La doccia gelata però è arrivata il pomeriggio del consiglio di classe dalla “III C”.

Ora, siccome la riforma Gelmini ha introdotto la sperimentazioni di consigli di classe aperti anche agli studenti, oltre che a genitori e docenti, occorre dire che Angelino è stato chiamato in causa dopo un diverbio tra la professoressa Consiglio Superior (un’argentina di seconda generazione, laureata di matematica) e proprio mamma Alfano. La discussione era sulle capacità matematiche di Angelino e sulla sua totale ignoranza in materia di statistica. E ad aggravare il tutto (e accendere gli animi) ci si mise anche il richiamo della Prof. perché un giorno Angelino si era presentato in aula “fumato” e aveva cominciato a urlare che “la legge ex-Cirielli (quella che abbreviava già i termini di prescrizione) aveva apportato più benefici che danni al sistema giudiziario”.

Angelino si difese come poteva, ma a tagliare le corna al toro giunse il bidello che portò la videocassetta di quella mattinata in classe. La domanda della prof. Superior era semplice: “Come calcoliamo l’impatto sui processi della nuova riforma?” Nella risposta del piccolo Alfano ci furono tutti i motivi del lapidario commento della Prof. (che segue).

Dopo la giustificazione che la legge sul “processo breve” (ddl 1180) era stato depositato appena il 2 novembre (quindi 2 settimane e mezzo prima), e che quindi neanche la II Commissione permanente ne aveva cominciato lo studio, e dopo aver precisato che l’indagine statistica è stata fatta solo “a campione” (?), puntuale è arrivato lo scivolone matematico dei risultati della suddetta indagine fatta nei tribunali. Ecco il calcolo di Angelino:

Processi in 1° Grado: 391mila917, di cui 94mila già oltre i due anni, pari al 24% (quindi già automaticamente prescritti). Da quelli che restano (quindi 297mila) vanno sottratti i recidivi (a cui non si applica la velocizzazione obbligatoria del processo a pena di prescrizione) che sono il 45%. Quindi la legge si applica a (297 – 45%) 163mila processi, a seconda delle eccezioni (che poi come lui stesso ammette “sono rilevanti”).

In ragione di questo calcolo la tesi è che: “senza pretese di assolutezza, si può stimare che all’esito delle modalità concrete di applicazione del decreto, i procedimenti che si prescriveranno saranno contenuti in una percentuale collocata nell’intorno dell’1% del totale dei procedimenti penali pendenti ad oggi, senza calcolare l’incidenza delle assoluzioni!!!

La Prof. non ebbe dubbi: “Alfano… due!”.


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lunedì 16 novembre 2009

L'arena

Metti una domenica pomeriggio con Daniela Martani, Matteo Guerra e Sara Varone. Il chicazzè/sono non è contemplato. Lo dovete sapere se guardate la tv nel giorno della signor. Praticamente lei dice che ha baciato lui, lui dice che non è vero, l'altra sostiene che le ha rubato il fidanzato, qualcun altro s'inserisce e dice la sua. Tra gli opinionisti non può mancare Cecchi Paone perchè se c'è la figa per par condicio devi mettere anche la checca. Una buona ventina di minuti per considerare l'inconsiderabile triangolo. Argomento di interesse internazionale tanto che all'Onu hanno fermato i lavori per seguire con passione il dibattito moderato da SantaBarbara, dalle parti di Bruxelles meglio nota come "non cade una goccia". Picchi, e non si scherza, della tv italiana. Almeno "vengono incontro alle vostre limitate capacità mentali" come diceva Panfilo Maria Lippi. Meglio un dibattito del genere, basato sul sempreverde "essa, iss e a' malamente" al posto dell'odio formato famiglia istillato a grandi dose dal dibattito sul fatto della settimana. Il tutto riconduce ad un concetto: democrazia che si riduce a: ognuno dice quel che cazzo gli pare. E non conta se la cosa migliore che ti è uscita dalla bocca in vita tua è un rutto.
Il dibattito è libero, ma non nel senso che ognuno può dire quello che vuole ma per il fatto che a parlare su qualsiasi argomento ci sono proprio tutti. Febbre suina: tre dottori illustrano la situazione (a dir poco drammatica, in autunno c'è gente a casa con la febbre, cataclisma. Il prossimo argomento potrebbe essere: La pioggia, il male che attanaglia l'umanità. Come combatterlo), sul versante opposto una vecchia che non si vede in tv dal 1960 tipo Barbara De Rossi (ultimo avvistamento il colossal Ciclone in famiglia), una figa di pedigree (di quelle che si sono scopate pure i paletti reali) che per far capire il pericolo vestono solo qualche goccia di chanel o di vaccino e il pubblico parlante che consta di una serie di signore inviperite raccattate nei bingo, di qualche nerd con occhiali viola e maglioncino sulle spalle che pontifica e moralizza sulla mia cappella e della vittima di turno da applaudire anche se ha ucciso plurimamente il congiuntivo. In mezzo un demente di proporzioni bibliche, che prova a tenere il filo di un discorso che non c'è e ripete ogni due minuti "servizio pubblico", praticamente l'unica cosa sensata: un cesso.
Sul versante opposto non si fanno complimenti. Ci sono Sgarbi e Santanchè, il primo esponente del niente incazzato, la seconda capofila del femminismo di destra del tipo: l'Utero è mio e lo gestisce Mediobanca. Stronzo, ignorante, terrorista e pedofilo da usare random, l'argomento non conta. Due riferimenti alla chiesa cattolica detti da una che c'ha il Billionaire ed il gioco è fatto. La conduttrice si destreggia bene, tra sticazzi e cozze c'è nata. Anche qui una spruzzata di fica quanto basta per tenere sveglio il teleutente. E al 2' di gioco sei pronto a scendere in strada con l'Ak47 in mano...Del resto quando il direttur è cicciomerda Brachino che vuoi di più dalla vita.
La democrazia è questa, l'avete voluta e mò ve la tenete.

L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi. Allora la gente si separa da coloro cui fa colpa di averla condotta a tanto disastro e si prepara a
rinnegarla prima con sarcasmo, poi con rabbia, infine con la violenza che della tirannide è pronuba e levatrice”. “Così muore la democrazia: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo”.
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mercoledì 7 ottobre 2009

Sissignore mi dispiace, ho fatto male

Sissignore mi dispiace, ho fatto male!
La camicia è a posto, Il sorriso è quello dei giorni migliori. Un frigorefero da comprare, le scarpe quelle fasciòn, la moto e la squinzia da portare fuori. Cazzo è finita così. Con la mossa Kansas City, guardi da una parte e ti fottono dall'altra. E ti fottono di brutto. Non come i bifolchi latifondisti che ti dicevano: sei una merda e sgobba.
Guarda di là, lo vedi il sogno. Macchine sportive, fighe rifatte e il cellulare che manda i video a mammt. Tu guardi, ci credi, ma hai una sola possibilità per arrivare. Fottere tutti e tutto quello che ti trovi davanti. L'Eden non è per tutti, è per i più furbi. Sì, hai capito bene. Non per i più bravi, che si fottano anche loro. Hanno avuto un dono e noi glielo scippiamo. Devi essere il più furbo...non ci sono compagni lungo la strada.
Il sogno ve lo hanno fatto vedere, anzi ce l'hanno fatto vedere. E ora hanno vinto. Non esistono più i compagni. Non quelli che pensate. I compagni sono quelli che ti accompagnano. In università, a scuola, a lavoro, nello sport. Non esistono, per essere qualcuno, devi essere furbo. Ridi e fotti, fotti e ridi, ridi e fotti: fino a quando non riconoscerai più la differenza tra l'uno e l'altro.
Con le femmine: uguale. Anzi lì ti andrà anche meglio. A ridi e fotti, aggiungici anche menti e via. Usale, scopa come un dannato, e se loro ci stanno sono troie, e se non ci stanno sono stronze. Misura tutto. Ma con la tua unità di misura, l'unica che devi conoscere: te stesso. E vai avanti così tanto la metà di loro è alle prese con la voglia matta di farsi crescere l'uccello e dimostrare che sono più stronze degli uomini, l'altra metà allarga le cosce, e cerca l'uccello che più profuma di contante...
E quelli che vengono fottuti? Sperano di diventare più furbi, di odiare di più tutto quello che non è IO, di prendere loro la prossima occasione...oppure abbassano la testa e dicono: Sissignore, mi dispiace ho fatto male...
La mossa Kansas City. Hanno vinto loro..

Mi venne voglia di spaccargli la mia bottiglia di Becks su quella capoccia da stronzo, e dopo di piantargliela nel suo cervello fottutamente sicuro di sè.
Ma non l'ho fatto. Questi stronzi, è come se per me fossero invisibili e io fossi invisibile per loro. E allora ho capito chiaro, come un'illuminazione: sono questi gli stronzi che dovremmo menare, mica i ragazzi che gli spacchiamo il culo al futbol, mica le passere che gli facciamo la festa, mica nostro papà o nostra mamma, i nostri fratelli e sorelle, mica i vicini, mica i nostri soci. Questi stronzi qua. E invece, noi massacriamo le nostre case che non c'è dentro un cazzo, terrorizziamo la nostra gente. Quest stronzi, invece... a questi stronzi non li vediamo neanche. Neppure quando sono vicini a noi (cit.)
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martedì 6 ottobre 2009

Il déjà-vu del Lodo

«Non possono essere sottoposti a processi penali, per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione fino alla cessazione delle medesime, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Presidente della Corte Costituzionale».

Alt! Non mi risulta. Ce ne sta uno di troppo: non erano le quattro più alte cariche dello stato? Cioè, come funziona? Oggi si riunisce la Corte Costituzionale, per decidere sulla legittimità del Lodo Alfano e fin qui si era sempre parlato delle 4 cariche dello Stato! L’ultimo, il Presidente della Corte, non c’era. Napolitano? Ce l’ho. Fini? Ce l’ho. Berlusconi? C’è. E Schifani fanno quattro.

La figurina di Francesco Amirante, classe ’33, nato all’Ombra del Vesuvio e cresciuto nelle giovanili del diritto prima dell’esordio in prima squadra a Forlì, con esperienze anche a Vicenza e Lagonegro, mi manca e l’album non è completo. Ma soprattutto, se fosse vero, significherebbe che oggi, lo "scugnizzo delle Preture", va a giudicare la legittimità di una legge che lo riguarda. In pratica dopo che Berlusconi ha inventato una cosa che lo riguarda, dopo che Fini e Schifani si sono visti votare in faccia una legge che li riguarda e dopo che Napolitano ha firmato una tutela che lo assisterà fino a fine mandato (casomai fosse lui il prossimo ad investire la moglie Cloe), oggi anche colui chiamato a sapere se quella legge è giusta, è coinvolto direttamente come beneficiario.

Però attenzione... Il tranello c'è... Carta vince, carta perde, e come ogni illusionista si scopre che mentre tutti guardano una mano, l'altra si infila nella tasca.

Quello che sembra proprio il Lodo Alfano, è in realtà un'altra legge, che la nostra memoria corta ci potrebbe aver fatto dimenticare. Sui libri di Diritto Costituzionale la si trova rubricata come Legge 140/2003 (dico duemilaetre) alias Lodo Maccanico/Schifani (dal nome di chi l'ha partorita e poi ripudiata, combinato con quello di chi è riuscito anche a peggiorarla inducendo il primo a sconfessarla addirittura). Purtroppo però, sempre sui libri di Diritto Costituzionale, il Lodo Schifani lo si trova nel capitolo di leggi dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale. E per uno strano caso del destino, quel 20 gennaio 2004 il redattore di quella sentenza, era proprio Francesco Amirante.

Ora, a 76 anni suonati, cosa penserà il funniculì funniculà della Costituzione, quando domani mattina gli chiederanno un parere dopo avergli letto quanto segue?

«...i processi penali nei confronti dei soggetti che rivestono la qualità di Presidente della Repubblica, di Presidente del Senato della Repubblica, di Presidente della Camera dei deputati e di Presidente del Consiglio dei ministri sono sospesi dalla data di assunzione e fino alla cessazione della carica o della funzione. La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione».

p.s. Tra le altre cose, io gli chiederei anche qualcosa del modo in cui sta vestito in questi giorni di riflessioni importanti. O in alternativa gli farei vedere la puntata dei Simpson in cui Homer entra nella Loggia degli Spaccapietre!!!

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lunedì 5 ottobre 2009

Diario di un farabutto in PiaZZa del Popolo

L’ultima volta che ero “sceso in piazza” andavo a contestare la riforma della pubblica istruzione. Era il 1997 e non sapevo quasi nulla dello “scendere in piazza” ma ero discretamente informato sulle idee del più anonimo dei Berlinguer; per intenderci è Luigi, quello in grado di fare una riforma talmente assurda da farsi cancellare dalla storia da Letizia Moratti.
I corsi autogestiti a scuola per informare i pischelli mi avevano fatto venire più voglia di cambiare il mondo che di tornare a casa a dormire, e per questo si va, si “scende in piazza”. La delusione per non essere riuscito a cambiare il mondo è arrivata fino ad oggi, ed il fatto che la Moratti, da sola, fosse riuscita a fare meglio di me e di altre duecentomila testine indemoniate (sempre i soliti 40 per la Questura) ha lasciato in me un’incazzatura tale da regalarle un pensiero, questa mattina, quando ho deciso di riaffrontare la piazza.
Senza scenderci stavolta, ma andandoci in macchina, a Roma, andata e ritorno, con un tesserino nella tasca, un part time nel cervello e la delega formale del Mercenario e del dottor Gonzo.
Per uno strano gioco di alliterazione, è stata la “Z” a dominare in questa giornata. Primo perché da tempo ero consapevole che la piaZZa non contava più un caZZo; e poi perché chiudere la giornata avendo fatto la conoscenza di Zoro mi ha ampiamente ripagato dell’andata nella capitale.
In una manifestazione che può dirsi un successo però, non tutto è stato apprezzabile.
Fischio d’inizio, Vianello regge bene allo start, la folla (ad occhio veramente enorme in un luogo non ideale a contenerla come Piazza del Popolo) è subito calda. Ci sono tutti i presupposti per partire forte, ma al pronti-via c’è subito una doccia gelata. Franco Siddi, segretario nazionale della Fnsi, riesce a presentarsi con un discorso lunghissimo, evidentemente non scritto per una manifestazione e letto con passione ma poca ars oratoria. C’è troppa carica partecipativa perché la gente si spenga, e neanche la maggior sapienza tecnica di Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale ma comunque moscio e con poco brio, riesce a calmare i bollenti spiriti dei farabutti. Pareva una disfatta, una strada in salita, ma poi arriva Saviano e la piazza esplode. Ormai fa venire i brividi anche solo a guardarlo, uno come Saviano.
Lui che quando apre bocca incanta e distrugge le coscienze di chi lo ascolta, ci mette pochi minuti a trasmettere l’emozione di essere lì a tutela di un principio irrinunciabile, un valore inquantificabile nella sua importanza.
E la giornata è già svangata.
Il resto è tutto nella genialità di Andrea Rivera, nel sospiro di sollievo nel sentire una precaria della scuola che parla un buon italiano anche davanti a tanta gente, nella meraviglia provata applaudendo per Dino Boffo (!) e condividendo il messaggio del Cdr dell’Avvenire, nell’irriverenza che ho voluto avere gridando “sai campà” all’indirizzo di Carlo Verna, segretario del sindacato giornalisti Rai, e nella sorpresa di vedere gente così attenta ed interessata in grado di non lasciarsi coinvolgere in cori da stadio. Non restava che fare il conto dei presenti e sperare che la gran massa dei politici che affolavano il retro palco non monopolizzasse i palinsesti dei Tg, dando una mano di solito bianco sui colori più accesi della partecipazione popolare.
Poi, quando tutto sembrava finito e sul palco non ci restavano che i cantanti (in stile lenti dopo una serata Techno) i due jolly della giornata: panino coa porchetta e stretta di mano con tanto di “daje” a Zoro. “Mejo de così, nun me poteva andà” Condividi

giovedì 24 settembre 2009

Dopo la Casta, la Setta

Sono indignato, assolutamente. Il Cda della Rai sta discutendo se fare il contratto a Travaglio. La risposta è unica: NO!
Ma siamo impazziti? Che bisogno c'è di fare il contratto a Travaglio, un giornalista, quando la Rai può contare su fior fiori di reporter di altissimo profilo. Una Rai occupata dalla sinistra "per male" e per terra, che se ne deve andare a morire ammazzata. Ci sta pure l'eversivo Silvan che voleva prestare la sua bacchetta magica al Bassissimo. L'ha interrotto prontamente la Bianchetti: "Ci dissiciamo da questa battuta". Eh sì, lei ha provato la verga magica del Premiére e non ha bisogno mica di quella di Silvan.
Sovversivi maledetti. Qui c'è la libertà d'informazione, c'è sempre stata. Basta guardare il "Fatto del Giorno" (che mai come stavolta non sono io) condotta da Monica Setta. Chiiiiiii??? Sì la conoscete, quella bravissima e informatissima giornalista. No, no, quella è la Gabanelli. La Setta è quella che va in tutte le trasmissioni a dire la sua opinione. Sì, esatto, come Bagnasco. Non hai ancora capito? Fai una cosa vai su youtube e cerca "Monica Setta". No!! Non troverai suoi interventi ficcanti sulla politica italiana, al massimo di ficcante c'è qualcosa che le entra tra le chiappe. Bravo, sì, ora hai capito. Rai Due ed il suo esimio direttore Liofredi dice no a Santoro e Travaglio e sì alla Setta e alle sue inteviste "al vetriolo".
Del tipo: "Ministro Gelmini cosa è per lei l'eleganza?". La MaryStar risponde sotto dettature dell'Opus Dei: "La semplicità". Un consiglio che la Setta, intesa come Monica, aveva già fatto suo, mostrando plurimamente cosce, tette e culo nei salotti colti della tv italiana (quelli di Giletti e invertebrati del genere, dove non manca mai il commento arguto della Parietti).
Ma dico io caro Santoro, hai proprio bisogno di Travaglio? La Rai ha cotante risorse libere e indipendenti a disposizione. E poi come dice il tuo direttore di rete basta con i programmi inquisitori. In tv ci vogliono o' calcio, a fess e sord'.

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mercoledì 16 settembre 2009

Sono nato in ritardo

Sono nato con 50 anni di ritardo...sarà nostalgia in bianco e nero alla Clerici, ma mi sento nato con troppo ritardo rispetto ai tempi. Niente guerre per me, niente lotta con i compagni partigiani, niente nemico. Quello era facile da riconoscere, camicia nera e se ti andava di lusso era pure crucco, valeva doppio come bonus...se poi beccavi l'ufficiale era come superare il mostro finale stile Mr Bison...
Sono nato con 30 anni di ritardo...eccola che ritorna la maledetta nostalgia...non che mi manchi Nilla Pizzi...per carità, solo che la primavera di Praga ed il '68 andrebbero vissuti come esperienza formativa: psichedelia, sesso libero, il vero rock e la scoperta di un sentire nuovo; in una parola che ormai si usa solo per le puttanate. Rivoluzione. Anche lì gli obiettivi, i nemici, erano facili da individuare. I vecchi e arrufati tromboni universitari, la vecchia cara Dc ed i suoi appoggiati o meno, tentativi di golpe. C'era qualcosa per cui combattere ed era evidente davanti a te..Basta dare del voi a mamma e papà alle prese con Lascia o Raddoppia, qui si cambiano le cose...
Sono nato con 10 anni di ritardo per assistere da adulto allo sfaldarsi del potere partitico, delle mani sporche e pulite, per ricordarmi i nomi, i volti, i fatti e i misfatti. Per riuscire a smentire chi parla di grande statista quando si rivolge ad un coniglio ciccione e spelacchiato che se ne è scappato ad Hammamet. 10 anni di ritardo, altrimenti sarei riuscito ad avvertire tutti sulla discesa in campo e magari mi giocavo pure la colonna vincente...
Sono nato in ritardo. Quando il nemico non lo riconosci più perché ti sta attorno, dietro, sotto, sopra e dentro. Perché si è spenta la voce del noi ed esiste solo quella dell'io. Perché di rivoluzionario non c'è più niente se il sesso lo fanno le ragazzine di 13 anni che sognano Scamarcio e c'hanno gli amici su Facebook...Perché la rivoluzione sessuale ha lasciato spazio alle veline, perchè l'emancipazione della donna è finita con la Perego, donna, che sfrutta il corpo di altre donne. La conquista è questa, non l'emancipazione della donna, lo sviluppo della donna in uomo, anche peggio dell'uomo. Sono nato in ritardo perchè citando Guzzanti, ora esiste solo il calcio, i sordi e la fessa e forse era addirittura meglio: Un milione di posti di lavoro. Sono nato in ritardo perché ora ci siamo dimenticati tutto, dei morti ammazzati e delle lacrime, carne da macello per costruire un'Italia che su quei morti ci sta pisciando.
Sono nato in ritardo perché vorrei mettermi un elmetto e trovare il nemico. Ma il nemico non c'è, non si trova, ci vorrebbero gli occhiali di Essi Vivono ma in tanti di fronte a scheletri viventi penserebbero si tratti dell'ultima trovata televisiva, una sorta di Marco Marfè in salsa nightmare...
Sono nato in ritardo ma resto ad aspettare... Condividi

E non ho visto Porta a Porta!



Porca di quella troia. E' fatta. E' dichiarata guerra. Le nomina tutte le trasmissioni che non vanno: Annozero, Report, Ballarò e tutta la seconda serata di RaiTre (quindi Bertolino, Dandini, ecc). E stranamente sono proprio quelle le trasmissioni che dalla Rai stanno avendo problemi.
A Santoro niente spot pubblicitari e staff tecnico di ripresa e regia in studio che cambia rispetto al passato (e stranamente va in mano a un'azienda di proprietà dell'altissimo) così in ogni caso cominciamo a fare noi le inquadrature e se fai anche meno pubblico è pure meglio. Alla Gabanelli togliamo la copertura legale, così 1. Forse la smettono di rompere i coglioni alla gente che non fa, o non sa fare il suo mestiere ("delle due l'una", citando la cazzutissima Milena). 2. Se continuano comunque a mettere il naso nei nostri affari, i nostri amici sanno che avete le spalle scoperte e vi vengono a prendere fino a casa. E 3. nella peggiore delle ipotesi dovrete passare più tempo dall'avvocato e a spese vostre e dei vostri giornalisti rompiballe (se si dovesse arrivare a questo punto io finanzierei per tutta la vita Bernando Iovene). Infine Ballarò, con quel curiosone di Floris. Per prima cosa si sposta perchè c'è da mandare in differita la consegna delle case a Onna, è roba di Bruno Vespa e a scanso di equivoci meglio evitare problemi. Va a finire che la gente non guarda il marchettone e magari si prova a dare anche una notizia che non sia "cosa c'è nel frigorifero della signora 70enne che entra nella sua casetta finta dopo che la sua casa vera è crollata perchè noi, le case, le costruiamo una merda".

E più la guardo, più questa scena mi sembra di averla già vista. Nei miei ricordi non c'era un ridicolissimo Bruno Vespa bulgaro, ma quella volta, con metodi poco chiari, furono fatti sparire Biaggi, Luttazzi e proprio Santoro.

Ps. Si capisce che me la sto facendo addosso? Anche giornalisticamente?
Che qualcuno mi tranquillizzi!
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sabato 12 settembre 2009

La mafia? Non esiste!

Ho passato una settimana a leggere titoli dei giornali, e c'è una parola che ha attirato la mia attenzione. Si lo so che sarebbero i giorni delle escort, di Fini che viene visto come il "compagno che sbaglia", dei "Gatto-comunisti" e "Clerico-sfascisti"... ma fra i tanti concetti espressi, mi è rimasta solo una parola: mafia.
Finchè una prima pagina, una terza e quarta ed una 16esima pagina di un singolo giornale, hanno in comune una parola tipo "bandiera", mi dico che tutto, comunque, và.
Se trovo "Attacco alla bandiera", "Crolla la bandiera del telequiz" e "Cannavaro bandiera intramontabile", in fin dei conti è na giornata normale.
Se invece in prima si parla di mafia (riferendosi alla "follia" nel riaprire le inchieste sulle stragi '92/'94), in terza e quarta si torna a parlare di mafia (sostenendo che le mignotte sono gestite da Cosa Nostra, per cui ce le hanno mandate a Palazzo Grazioli come ritorsione alla politica del Governo di repressione alla criminalità organizzata) ed anche in 16esima pagina c'è una spruzzata di mafia a condire il tutto, con racconti di pentiti che solo a sentirli bisbigliare tremano le fondamenta dei palazzi, allora è il momento di mettersi a fare qualche riflessione.
1. Se uno che frequenta il "Palazzo", sebbene colpito da ictus e miracolato dalla divina provvidenza, se la fa sotto della mafia, a tal punto da pensare che dal tritolo, i signorini con la coppola e il colletto bianco, siano passati ai perizoma... perchè invece di riaprire solo le inchieste del periodo '92/'94, non avviamo nuove inchieste su codesti "giri di mignotte"? Emissari di Cosa Nostra? Le mignotte? (Sembra la trama di una fiction, per cui serve solo l'interevento risolutore dell'eroe, e lì ci mettiamo Bertolaso, che porta sempre a casa il suo sporco risultato mediatico).
2. Ci siamo totalmente dimenticati della mafia! Nel nostro paese, 15 anni fa, sono succese cose che Apocalypse Now a confronto sembra il Truman Show. Due magistrati uccisi, tre bombe esplose a Milano, Firenze e Roma, l'inizio di un cataclisma politico con l'arrivo di tangentopoli. Era la fine, l'apocalisse, la paura. Io me li ricordo i titoli dei Tg di quei giorni: si parlava di Stato sotto assedio, dell'ira della mafia, si faceva la conta dei morti e dei feriti. E poi via, col nostro solito vittimismo a fare le interviste a tutti i familiari del membro della scorta, che aveva perso la vita due giorni dopo l'esplosione (un modo come un altro per dire che si intervistava tutti quelli che conoscevano il "caduto").
Me le sorbii tutte quelle interviste, da Costanzo a Milly Carlucci. Ero da poco diventato capace di intendere e volere e già percepivo però che ci si giocava qualcosa di grosso in quei giorni. Se c'erano bombe ovunque, se in tv passavano solo immagini di auto saltate in aria, strade aperte come ricotta e pompieri a combattere con incendi, c'era un comune sentire in alcuni gruppi mafiosi sparsi per lo stivale.
A questo punto vorrei già un servizio di webcam sulle celle di Provenzano e di tutti i camorristi, mafiosi, e organici di qualsiasi organizzazione. Per controllarli! Condividi

martedì 21 luglio 2009

Topolanek e le ancelle del Drago (Seconda Parte)


....Finalmente aveva un amico, uno con cui potersi confidare, uno di quelli a cui dire tutto e con cui poter fare il resto. Un fratello maggiore o perchè no anche un Papi.
Insomma per il nostro Topolanek si apriva uno spiraglio di divertimenti: la Repubblica delle Banane era il posto perfetto. L'occasione per conoscere il suo mito arrivò presto. Organizzarono una di quelle riunioni grandi, enormi, una di quelle in cui tutti grandi regnanti del pianeta, per non decidere niente e per farlo devono spendere un sacco di cose. Di quelle che poi raccontano cosa hanno mangiato le rispettive nobil consorti, di chi hanno incontrato le rispettive nobil figlie. "Belle ste riunioni" pensò Topolanek. Belle si, ma fino ad un certo punto. Era anche un po' pallosa a dire la verità. I Grandi della Terra dovevano decidere come continuare ad essere i Grandi della Terra e a non farsi sorpassare dai piccoli della terra. Le solite quattro frasi buttate lì su quanto sia bella l'Africa (ma pure Scalea non è male), su quanto siamo bravi, belli e misericordiosi. Il tutto mentre i soliti topi rossi fanno i facinorosi, spaccano vetrine e cercano di fare questioni con gli sceriffi. "Ma poi perchè vogliono per forza entrare qua - pensò Topolanek - ci si annoia e pure di gnocca ce n'è poca". Va a capire cosa passa per la testa dei proletari.
Quella riunione era una gran noia. Ma il nostro affezionatissimo era venuto (in senso motorio, ndr) per un altro motivo: conoscere Papi! Ed eccolo, lui, il mito. Urla alle spalle della vetusta regina estatè, chiamando a gran voce il Bonobo abbronzato, ed eccolo mentre fa le corna a Piquet (non l'ex pilota di F1 ma un tizio catalano che passava lì per caso), poi fa uno scherza alla crucca e fa finta di parlare a telefono con un turco, se magari napoletano. "Certo che lui si sa divertire" esclamò allora Topolanek. Doveva conoscerlo. Allora prese il coraggio a due mani. E gli si avvicinò: "Premier, io la stimo. I have dream". "No, senti - lo interruppe il principe azzurro del citrato di sildenafil - non cominciare a dire cose di sinistra che mi irrito e dammi del tu". Topolanek, mortificato, cercò subito di rimediare: "Tu sei il mio mito. Sai come ci si diverte e allo stesso tempo il tuo popolo ti considera il migliore. Il mio sogno è divertirmi come te, vorrei venire nella tua Repubblica delle Banane". Papi si allargò in un sorriso grande e finto come la 7 euro: "Sei un bravo figliolo - disse - ti chiamerò PierTopolanek e presto verrai a trovarmi e finalmente ti divertirai. Ah Pier - continuò - non è che ti avanza una tartaruga? Devo fare un regalo".
Incassato l'affetto del Papi Pfizer, Topolanek tornò nel suo paese. Si mise a sedere accanto al telefono ed aspettò la telefonata d'invito...

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lunedì 13 luglio 2009

Un'estate a mare

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare dell'alligatore cresciuto nelle fogne della Big Apple o della tizia rimorchiata in disco che dopo una notte di sesso scompare portandosi via un rene. Ok, due o tre in fondo alla fila... Ma chist so' i soliti irriducibili dediti ancora alla lettura. Ma come disse la Psp alla materia cerebrale "damme 'o tiempo ca te spurtoso". Questione di tempo, insomma. E come ogni paese è lo specchio della propria classe dirigente, anche ogni popolo merita la propria urban legend. Così anche noi napoletani, sempre vogliosi di trend, siamo stati accontentati. In città da un mese a questa parte gira una voce che in condizioni normali verrebbe accolta da risate e sfottò, ma che invece sta facendo seriamente a pezzi un'intera economia. Signori e signore, ecco a voi la storia dei vermi che infestano le acque e le spiagge di Licola e Varcaturo (e forse anche Capo Miseno). Se qualcuno mi avesse raccontato quello che (mi auguro) avrete la pazienza di leggere fra poche righe giuro che avrei telefonato in clinica per farlo disintossicare.
Si comincia sabato mattina con le prime timorose auto che varcano i cancelli del lido. Uomo, donna, vecchio, trentenne, ucraino, brasiliana o nero, tutti mi pongono la stessa domanda: "ma è vero che ci sono i vermi?". Se all'inizio sfodero il mio sorriso ammaliatore e mi rifugio nella battuta d'occasione, al centotrentasettesimo scontrino lo sclero prende il sopravvento quando ho un vivace scambio di opinioni con una cliente che conosco come sedicente funzionaria della Asl di Giugliano. Quindi, trattasi di persona che dovrebbe avere almeno in teoria una sorta di background culturale che dovrebbe distinguerla dalla vaiassa di Monteruscello. Ma diamo spazio ai dialoghi.

Donna (visibilmente allarmata): "Ma la mia estetista mi ha detto che ad una cugina di una signora che va a farsi la manicure in negozio hanno trovato delle bolle sulla pelle in cui si erano formati dei vermi dopo che si era fatta il bagno a Licola!".
Cassiere (sicuramente scazzato): "Sì, signò... mio cuggino, mio cuggino!".
Donna (leggermente perplessa): "Che significa?"
Cassiere (paraculosamante serio): "Che ad un'amica di mia nonna nelle bolle hanno trovato Dario Argento che si faceva lo shampoo".
Donna: ....?!
Ritira lo scontrino e va via.

Nuova scena surreale con un aficionado che ricordo nelle estati della mucillagine e della schiuma gialla trascorrere intere mattinate rastrellando il fondale in cerca di telline. Mi suonano ancora i "Giuà, viene nu' sugo che è a' fine ro' munn".
Ma lasciamo parlare le parole (nda: questa me la taglierebbero dovunque. Che bello scrivere su un blog!).

Uomo (confidenzialmente preoccupato): "Ma o' mare è spuorc eh?"
Cassiere (consapevolmente strafottente): "Nè più, nè meno che negli anni scorsi"
Uomo (spionisticamente informatore): "Eh vabbè, ma chist ann è asciut pure ngopp o' giurnal e int' à television!"
Cassiere (segretamente giornalista): "Ma chill so' na razz è merd! Po' scusate ma quando facevate le telline o' mare non era spuorc...?"
Uomo (stranamente sorpreso): "Ma prima non se ne parlava".

Giusto. Prima non se ne parlava. Perchè?
Ricordo nel 2005, l'estate della mia laurea, che il mare era uno specchio immoto color rosso sangue e la puzza di merda del depuratore si avvertiva già da Quarto. Ma nessuno fra i mass-media e i clienti degli stabilimenti balneari si poneva il problema dell'inquinamento. I dipendenti del depuratore facevano scorrere la zuzzimma a mare e i bagnanti sguazzavano fra i batteri fecali e dell'odore di merda dicevano ai figli "respira, respira a papà che è iodio!".

Verrebbe da ridere se non fosse per il fatto che l'anno scorso il secondo weekend di luglio fece registrare un incasso intorno ai diecimila euro, mentre ieri si è arrivati a stento a tremila di euro nonostante i prezzi più bassi.
Cosa comporta tutto questo?
Che i circa duecento/trecento ragazzi stagionali che si pagano la vacanza o l'università lavorando al mare quest'anno restano a casa e vengono chiamati a stento la domenica.
Che il masto di Michele "Sammontana", il quale registra il 70% di gelati venduti in meno, dice a Michele di starsene a casa quattro giorni su sette e Michele ha il mutuo da pagare.
Che il catering ha i frigoriferi pieni e nelle rimesse del grossista di beverage si accatastano i blister di Ferrarelle e le lattine di Coca-Cola.
Insomma, un'economia che paga dazio. Un litorale dove strutture storiche esistono da trenta/quarant'anni e che si decide di stroncare solo perchè un'idiota in divisa cerca notorietà sui giornali. I titolari dei lidi affermano che le carte sul tavolo del magistrato giacevano da dicembre scorso, ma il blitz è scattato quando è stata inaugurata la stagione. Voci, pettegolezzi, gossip. Allora come si spiega il fatto che il lido "Varcadoro", che ha la peculiarità di estendersi per metà in territorio giuglianese (Napoli) e per un'altra a Castelvolturno (Caserta), durante l'inverno ha effettuato lavori di ristrutturazione spostando gli abusi nella parte che ricade sotto la giurisdizione di Caserta? E poi come mai nessuna testa è saltata in quel di Giugliano? Possibile che nessuno sapesse niente e che i politici e funzionari del Comune siano tutti innocenti inconsapevoli. Eppure ricordo Giacobbe e Figliolia che andavano girando per i lidi in cerca di voti. Vogliamo poi parlare dei vigili urbani? Tutti scomparsi! Eppure fino a maggio già andavano in giro per stabilimenti a cercare tessere omaggio per mogli e amanti. A pensar male si fa peccato... Condividi

giovedì 9 luglio 2009

Mi avete preso per un COGLIONE!!!!

Mi avete preso per un coglione!
No, per un eroe!
Il trucco sta tutto qui. Non prendiamolo per un coglione. Scelta e strategia sono studiate nonostante qualche birra padana di troppo. L'errore è questo. Prenderlo per un coglione, quando tutti vogliono prenderlo per un eroe. La predica riparte, gli amici non se ne vanno. Come guadagnare migliaia di voti in pochi giorni. E pure senza fatica, anzi divertendoti. Con qualche birra in più nel cannarone...
Resto il solito fesso, che fa i comizi ad personam o ad ubriacam, fuori da Antonio. Mi devo far riprendere e divento il leader del partito Lombardo, inteso come Raffaele, l'autonomo. Quello che senza Mannino non faceva neanche pipì. Ha messo al bando la polenta osei e si è guadagnato il voto di tutti i forni dei pani ca' meusa.
Io non me la prendo. Anzi rilancio: chi si offende è fetente. E pure un poco fesso. Il pescatore verde butta l'amo e prende sui i piscitielli di cannuccia: una marea. Che c'è di più bipartisan di un bel coro da stadio? Nessuna implicazione politica, solo una festa ed un luppolo di troppo.
Solo la nebbia sente che puzza ed un solo grido ed un solo allarme. Mentre gli Agnelli ciucciapiselli vanno a Superga e qualche sorella si fa la doccia. Altro che I am Pd. Alziamo il livello del dibattito. Porca puttana!!!!
10 milioni di italiani, che non avrebbero mai in vita loro avuto il coraggio di votarlo, gli danno addosso. Lui si difende neanche troppo con una mano e con l'altra stacca tessere. C'è bisogno di leader, bisogna ringiovanire la politica. E se il Yes Weekend e Zeru Tituli attetiscono poco, allora bisogna cercare da altre parti: in curva e non nel diritto. Innovazione signori, TengoDuro non tiene più e necessita un erede. E forse l'ha trovato.
Fumo negli occhi, manco la nebbia. Fumo di fabbrica e cenere, non di quello che piace a voi!!! E voi lì ad indignarvi, a fare: No no con il ditino. Quello il ditino lo fa vedere e piglia i voti (lancia la pietra e mostra la mano, cit.). Da una parte i saldi delle bandiere e delle idee, dall'altra il vintage. Il vecchio torna sempre di moda, e certe volte, appunto: è evergreen.
Noooo. Non ci siamo proprio, qua dobbiamo cambiare forma e sostanza. C'è sempre qualcuno più a Sud dei precari e degli operai, comincio a pensare ci sia pure gente più a Sud degli immigrati clandestini. I clandestini al quadrato: albini, omosessuali e concubini di un ergastolano. E non solo siamo bestie fetenti ma siamo pure in via di estinzione.
Troppi discorsi e troppe parole inutili. L'obiettivo sta un'altra parte. Ma è coperto da frasi vuote e chiacchiere assordanti. Ci sta il pallone di mezzo. Ed il resto non si vede e se non si vede: non conta. Io cambio bersaglio. Bombs&Girls, birra e un biglietto solo andata: Montecitorio Station.
Vai con Busiello leader del Pd. Condividi

martedì 7 luglio 2009

Dura una vita una partita a Risiko

Ce ne sarebbe abbastanza per giurare di non giocare mai più a quel fottutissimo gioco. Contro giocatori almeno "smaliziati" si può giocare una partita in grado di durare dalle 3 alle 164 ore, ma quella volta, mi era toccato il tavolo più assurdo della mia vita. L'eternità al fianco della "Finale del Campionato del Mondo" edizione 2009!
Soltanto alla fine mi resi conto che fuori, il tempo, era passato a velocità sconsiderata, e noi lì, chiusi dentro a fare la partita della vita, con infinite possibilità di interazione tra i partecipanti ed eventi che a raccontarli non basterebbe un libro. (Anche se io rilancio l'idea di spiegare in chiave calcistica le Guerre Puniche).
Ovviamente, trattandosi di una finale mondiale, era rappresentata la maggior parte delle nazioni con i loro migliori esponenti della disciplina. Ed ognuno arrivava all'impegno con sulle spalle mesi e mesi di battaglie e trials per conquistare la finalissima. In palio il titolo di Campione del Mondo 2009!
Mentre il rappresentante francese arrivava alla sfida in bicicletta, avendola preferita all'aereo, il russo e l'americano raggiunsero il tavolo finale col taxi, visto che avevano bevuto cocktail all'uranio per tutta la notte ed al mattino non riuscivano a stare in piedi. Inoltre, mente il silenziosissimo britannico mascherava male una fifa terribile, la giovanissima bandiera della Germania (unica donna al tavolo) correva all'impazzata in mezzo ai tavoli, giocando a nascondersi con l'anziano e ormai decrepito nonno italiano. Gli ultimi ammessi furono nell'ordine il magnate traffichino indiano, il baffuto messicano col sombrero e un cinese, vestito di nero e dall'aspetto inquietante.
Sembra stano, ma l'italico nonno in doppio petto socializzò subito con quello strano cinese, che quanto a mignotte e schiavi la sapeva lunga, ed al nonno non pareva vero. Il loro gioco divenne talmente "pornografico" che cominciarono subito a serpeggiare i malumori. L'apice lo si raggiunse quando, dopo che il cinese aveva regalato 38 carrarmatini al nonnino italiano super gasato, questi cominciò a fargli elogi a scena aperta. Subito l'americano e il russo si "illucidirono", saltarono in piedi e mostrarono i muscoli. Il cinese indietreggiò, cedette immediatamente la Kamchatka e corse ad occuparsi dell'amico pazzo della Corea del Nord che passava l'intera giornata a lanciare supposte di 20 metri in mezzo al mare. Il tavolo era stato abbandonato e la situazione stava precipitando. La tensione era alle stelle, il nervosismo era talmente forte da inquinare l'aria.
Poi accadde l'imprevisto: il terremoto!
Erano giorni che non uscivamo da quella stanza e quella scossa rivelò due cose: prima, che il tempo esisteva ancora; e poi il motivo del silenzio dell'inglese. Era tremofobico, e quella scossa lo rese un proiettile incontrollabile, che schizzò sul tavolo, lanciò in terra tutti i carrarmatini e poi si suicidò lanciandosi dalla finestra.
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lunedì 29 giugno 2009

Topolanek e le ancelle del Drago (Prima Parte)


C'era una volta in un paese non troppo lontano un sovrano che si chiamava Topolanek. Del resto non poteva chiamarsi diversamente, visto che il suo regno era da tutti riconosciuto come Topolandia. Topolanek era un sovrano triste. Era alto, bello e muscoloso. Ed era molto amato dai suoi concittadini, era una persona importante. Gli volevano tutti bene, tra i comunitopi. Quelli, si sa, sono sempre cattivi e fanno colazione con i bambini. Se li mangiano tipo 'nduja.
Topolanek era triste perchè nel paese, nonostante la sua grande popolarità, c'era un'altra figura più amata di lui: la Grande Sorella. A trovare la Grande Sorella ci andava gente da tutte le parti del mondo, ma lui non poteva. Voleva ma non poteva. Così cominciò ad essere geloso delle cose che succedevano dalla Grande Sorella. In quel paese dove la topa è una virtù nazionale, lui non poteva assaggiarne neanche un pezzetto. "Un sovrano non può andare dalla Grande Sorella" gli dicevano i suoi consiglieri, che temevano che Topolanek potesse perdere la fiducia dei suoi concittadini.
Ma a Topolanek quella vita gli stava stretta. Sognava qualcosa di più, qualcosa di meglio. Dopo aver dato un calcio a sua moglie Topolankova che pure faceva la sua porca figura, ci aveva provato con la Talmanova. Ma anche in questo caso le cose non andavano bene, lei non faceva neanche la porca di figura.
La tristezza si stava impossessando sempre di più di Topolanek e del suo modesto Fardello. Non riuscivano neanche più a trovare il modo di divertirsi. Sempre mogi mogi, mosci mosci. Per il sovrano dalla chioma brizzolata e dal petto potente era proprio una cosa intollerabile. Provò anche a consultare il sacro oracolo ma dalla bocca (e anche da altro a dire il vero) dell'antico saggio cinese Porn Yu, non uscirono le parole da lui tanto attese.
Ma la fortuna, si sa, gioca a favore degli audaci. Un giorno Topolanek, più avvilito che mai e con il sacro Pendaglio sempre più opaco, guardando la magica scatola, scoprì che in un paese non troppo lontano, avrebbe potuto trovare rifugio.
Quel paese si chiamava La Repubblica delle Banane, ma a governarla non c'era una scimmia, ma un uomo. O meglio un nano. Un tizio basso e neanche troppo intelligente (sennò era giapponese). Appena lo vide, Topolanek capì che lì, in quel posto dove abitavano i popoli della libertà, avrebbe potuto trovare un amico...

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sabato 20 giugno 2009

Il domino è nel party

La definizione più chiara dell'effetto domino è che "nessuna azione è priva di conseguenze, né a corto né a medio né a lungo raggio".
Ora, considerato quanto sta accadendo, sarebbe il caso di chiedersi cosa potrebbe accadere ancora, perché potrebbe essere vero quello che dice Michele Serra, quando scrive che ormai anche inventare una storia satirica decente è diventato un problema, visto che l'assurdo non è più tale, la misura è passata ed il surreale ha già preso il posto dei reality. A breve andrà in sbattimento pure Ascanio Celestini che al posto di raccontare favole delicate comincerà a leggere il copione di Fede del Tg4 di prima serata, imitandolo!
Negli ultimi due mesi abbiamo saputo che il Presidente del Consiglio, fa una vita spericolata modello pacco postale. Non si riesce a capire come fa all'1 di notte a stare a Washington a parlare con Obama e dopo 15 ore a girare per Roma salutando la gente, o a stare a Strasburgo a perorare la causa di un suo uomo "pacato e preparato" mentre va il Tg del pranzo, ed a quello della sera sta già facendo un comizio in una piazza in provincia di chissà cosa, con contestazione annessa.
Oltre a questo sappiamo che il Premier organizza e partecipa a feste esagerate in cui arriva la qualunque. Ovunque lui sia, da Casoria alla Sardegna, dalla residenza romana a quella di qualche amico, ci sono quintali di fighe, cibo a scrocco e vino a fottere (ed anche se ci cambiano i fattori viene sempre fuori qualcosa tipo "quintali di cibo, fighe a fottere e vino a scrocco" che va bene comunque).
Ora, è successo che una figa si è messa a parlare. Il ragazzo ex fidanzato si è sentito escluso ed ha parlato anche lui. Il gioco ha funzionato ed altre viscide si sono trovate il proprio quarto d'ora di celebrità. E potenzialmente ce ne potrebbero essere almeno altre 420mila in una carriera lunga 72 anni.
Ma la cosa più grave è che se parlano uno al giorno, le feste non si possono più fare, perché il danno diventa esponenziale.
E se non ci sono più "quintali di cibo, fighe a fottere e vino a scrocco" per tutti, si dovrà cercare un altro capace di organizzare feste più belle!
O forse no? Condividi

lunedì 15 giugno 2009

Metti una domenica di giugno che sei rimasto senza lavoro e metti che ti affibbiano il nipotino che al posto del mare (inquinato!) preferisce andare a vedere gli animali di Madagascar.
Così mi collego al sito dello zoo di Napoli per informarmi su prezzi e orari e nella homepage leggo quanto segue "Passeggiando tra cammelli ed elefanti, struzzi e gru del Paradiso, l'emozione induce a riflettere sulla bellezza della natura e l'importanza della sua conservazione".
Vabbè, penso un bel passo in avanti dall'ultima volta che ci sono stato. Ad occhio e croce un diciotto anni...
Armato di pazienza e di thè alla pesca carico Daddolo nella "macchina fico marcio" (Daddolo dixit) e tempo dieci minuti siamo davanti ai gates dello zoo cittadino.
L'esordio è buono: niente cartacce e munnezza varia come nella miglior tradizione sporconopea. Ma come si dice anche di Noemi the first impression never counts e subito si notano le prime magagne, mentre il nipotino ipereccitato comincia a dribblare transenne e carrozzine.
Non c'è più l'elefantessa Sabrina. In settimana avevo letto che si trovava in fin di vita causa blocco intestinale. Osservando il recinto senza zone d'ombra e attrezzature ambientali mi viene da pensare che se non fosse stato per la malattia Sabrina si sarebbe suicidata quanto prima...
Su il Mattino non c'è traccia delle condizioni in cui veniva tenuto il pachiderma. In compenso però ci sono le dichiarazioni di Francesco Emilio Borrelli, assessore provinciale alle aree verdi, uno che all'università leccava il culo ai prof. per prendersi gli esami e che si è pure "comprato" il tesserino di pubblicista. Poi ci sono le battute di Cesare Falchero, patron dell'Edenlandia, un altro intoccabile in quel di via Chiatamone. Guai a parlarne male, è capace che non ti fanno scrivere più...
A casa quando googlizzo "Sabrina e zoo di Napoli" scopro che il cancello del ricovero restava chiuso per assicurare la visione al pubblico. :-(
Intanto Daddolo si avvia verso i recinti dei leoni che con il sole a picco, secondo logica, cercano riparo all'ombra. Mentre scatto un po' di foto al re della foresta narcolettico, reprimo a stento la voglia di chiavare un capatone in faccia ad una mamma che si lamenta con il marito per la mancanza di vita degli animali: "Ci sono le scale, c'è l'acqua.. ma non ho capito perchè siamo venuti a vedere le bestie che dormono, pecchè nun se moven...".
Sta granda pereta!
Terza tappa il cammello con alopecia devastante e Daddolo pronto a sottolineare che nei libri non è così brutto. E' poi la volta dello spettacolo ignobile degli orsi. Sia l'orso bruno che quello tibetano mostrano evidenti segni di "schizofrenia da rclusione". Entrambi ripetono lo stesso identico, ossessivo girotondo con lo sguardo perso nel vuoto. La mia ragazza ha le lacrime agli occhi. Io un senso di schifo che sento crescere dentro.
Vogliamo poi parlare delle tigri? Rinchiuse in venti metri di gabbia, sommerse dagli escrementi e da un tanfo immondo. Anch'esse recitano la stessa pantomima degli sventurati orsi.
Andiamo via con la promessa di non tornare mai più. Per fortuna Daddolo non si accorge del nostro sconcerto. Appena tornati a casa però si mette a disegnare gli animali con le facce tristi rinchiusi dietro le sbarre. Condividi

domenica 14 giugno 2009

Gli spari sopra sono per voi

Stavolta sono tornati sul serio. 60 anni e più nell'ombra ad aspettare il momento giusto. Il ritorno della Repubblica di Weimar. Quando c'è la crisi, vera o presunta, allora si risponde indossando un po' di nero o di khaki ed il gioco è fatto.
Quest'immigrati di merda che ci rubano il lavoro, la sicurezza nelle strade, patria e famiglia come ideali. Tutte le frasi utili alla bisogna per darle a bere ai creduloni. E poco conta se la crisi, quella vera, quella che riduce la gente con le pezze al culo, l'hanno provocata gli ariani banchieri e gli italici imprenditori.
Un popolo di idioti. Presi a calci nel culo da fascisti e nazisti che hanno devastato e depredato tutto, ma continuiamo a considerare il comunismo, ormai estinto, come il nemico pubblico numero uno. E va bene così. Ma stavolta ve la sbrigate da voi. Stavolta non ci sono partigiani che ci rimettono la vita per la vostra bella faccia da culo. 60 anni fa li avete ringraziati e li avete mandati a casa. Non ci servite più. Loro hanno tolto il disturbo quando avrebbero avuto tutto il diritto di governare questo paese d'idioti.
Stavolta non ci saranno. Basta mettere il culo per la libertà degli altri. Chiamate i repubblichini redenti, quelli che lottavano per i fascisti e nazisti, ma erano solo giovani in buona fede.
La storia l'avete dimenticata. E mo vi tenete la merda. I comunisti si sono rotti il cazzo di far da baluardo della democrazia. Tenetevi le ronde nere, quelli che dicono di avere già 2000 uomini. Li chiamano ronde ma sono squadristi. Pronti a entrare in azione sovvenzionati dai soldi degli italiani. 2000 fasci vecchi e nuovi, tanto non cambia poi molto. Quelli che stanno nel Popolo della Liberà fino a pochi mesi fa ancora si salutavano col braccio destro teso, nella dimenticanza della costituzione e nell'appecoronamento di tv e giornali che fanno finta di niente.
No stavolta il culo per la vostra libertà non ce lo mettiamo. Stavolta no. Non proteggeremo il paese delle disuguaglianze e dei diritti negati. Non proteggeremo neanche le tonache bianche, nere e rosse del Vaticano. Quelli che l'aborto no, ma milioni di deportati cremati "non potevamo farci niente". Se vorrete aiuto, dovete chiedere da altre parti. Fate scendere Gesù Cristo dalla croce se vi serve, perchè stavolta i mangiabambini si fanno i cazzi loro. Condividi

lunedì 8 giugno 2009

Morire di mare

Prima domenica di giugno in quel di Varcaturo ma climaticamente sembra una giornata di fine estate. Cielo nuvoloso che minaccia pioggia, clienti scazzati per via dei prezzi alti, clienti idioti che una volta arrivati alla cassa mi chiedono "ma comm'è o' tiemp?". Il solito coglione che vuole entrare gratis e mi sbatte sotto il naso il distintivo dell'associazione carabinieri, poi se ne va sbraitando perchè l'ho preso a pesci in faccia.
Intanto arriva Michele Sammontana, mi saluta e dice: "Uà teng nu gioco alla ps3 che è a fine ro' munn". Poi visto il mio mutismo con aria di sfida dice: "Giuà, te piace o' steccoblocco?" indicandosi il pacco...
Dopo un po' si presenta Giggin' my friend, mio aiuto e guardaspalle nei momenti di tensione, ed esordisce con un: "Ieri notte m'aggi' fatt u' mal.. Aggi' magnat comm' è nu puorc!".
Insomma, una domenica ordinaria. Anzi no, una mia affezionata cliente che ogni anno ritrovo sempre più giovane grazie ai prodigi della chirurgia estetica, mi infila fra i soldi un santino di un candidato del Partito Delle Lote...
Vabbè, pure questi sono inconvenienti...
Poi intorno all'una il miracolo: la pioggia!
Conseguenza primo fuggi-fuggi generale. Ma è un attimo perchè un sole ancor più caldo fa capolino fra i nembostrati invogliando i bagnanti a restare.
Tempo mezzora e nuova incarpesata d'acqua. Stavolta l'esodo è più massiccio e sul mio volto si forma un sorriso di trionfo perchè già pregusto la parmigiana di mammà!
Poi Giggin riceve una telefonata e mi dice: "C'è stat n'incident 'ngopp a Domizziana. Stann è muort!". Il mio boss, nonostante l'incazzatura per il mancato incasso, prima nota l'acquolina poi si lascia intenerire dal mio sguardo da cocker spaniel, infine mi sguinzaglia. Arrivo sul posto accompagnato da Giggino che nel traffico è un drago, ma veniamo stoppati da una paletta. Mostro il tesserino e ci fanno passare dopo una serie di domande e dopo un po' di statt zitt sussurrati a Giggin. Gli sbirri però non ci permettono di raggiungere il luogo dell'incidente in auto.
Una volta sul posto si fa avanti un agente dall'età apparente di quindici anni. Mi presento e con mio stupore comincia a darmi tutte le informazioni.
Gli chiedo lumi sulla dinamica dell'incidente che coinvolge tre auto, ma lui dice che devo aspettare l'ok dell'ispettore. Dalla nostra visuale io e Giggino riusciamo a scorgere solo una punto blu sventrata, mentre un'altra auto è coperta in parte dal camion dei vigili del fuoco messo di traverso sulla sede stradale.
Passa qualche minuto e l'adolescente in divisa mi fa un cenno d'intesa lasciandomi oltrepassare il nastro. Giggino mi segue come un'ombra. Superato il camion dei pompieri rimango senza fiato. Il corpo senza vita di una donna giace a terra in una pozza di sangue. Dal lenzuolo imbrattato sporge il braccio martoriato della povera crista. Mentre osservo semiparalizzato una folata di scirocco fa volare via il lenzuolo. Adesso sto guardando una signora di età con lo sguardo fisso verso il cielo e un'espressione indefinita sul viso. La pena m'invade quando noto il suo abbigliamento. Vestitino prendisole. Tipico di chi decide di trascorrere una giornata di relax al mare. Mi trovo a pensare che cazzo centrano quelle macchie di sangue su un capo del genere. E trascorrono secondi infiniti quando Giggino mi strattona perchè l'ispettore mi sta parlando.
Andiamo via dopo un'oretta con Giggin che dice: "Vogli' ducient euro per st'articolo!". Intanto mi riferiscono che due bambini di 4 e 5 anni sono stati portati in ospedale, mentre un'altra persona è deceduta in ambulanza (poi si rivelerà falsa) e altre 6 sono ricoverate alla Schiana. Un massacro.
Chiamo in redazione ma fino alle 16 nessuno è reperibile. Poi quando comunico la notizia chissà perchè non mi stupisco quando dicono che non devo scrivere il pezzo...
L'ho detto, ordinaria amministrazione.
In serata poi vado a votare, ma questa è un'altra storia... Condividi

giovedì 4 giugno 2009

Un tranquillo quarto d'ora di paura

Uhllalauhllalaullallala... Piove e fa freddo, ma no. Caldo, mare, gelati ed una buona alimentazione. Aspettando un babbo natale che porta il carbone. Morti ammazzati, facce di plastica, rumori assordanti, frasi silenziose. Un incubo ricorrente. La certezza di dover comprare qualcosa. Sì. Mi manca qualcosa. Non sto consumando. Soldi, ecco cosa servono: i soldi.
Drink rossi che provano a sedurti, nella Milano By Night o nella Napoli da bere, ci sarà anche la Roma da mangiare. Mentre tutti sorridono, ammiccano, sono felici. Ma sono le solite facce di plastica, deformate dal niente che li avvolge nel rumore assordanti che annulla tutto, e tutto rende uguale. Una donna partorisce, non c'è il forcipe ma il microfono. Un'altra sembra incinta di due gemelli ma sono solo le sue tette. E che tette. Un'altra ancora parla, o meglio ci prova. Ma non escono parole o sono io che non le sento. Vuole scoparsi qualcuno. Amore, fammi ridere e paga. Lei non mi vede ed io non la sento. Forse non esistiamo. O esiste solo lei o solo io.
Lacrime di fango sopra maschere d'uomo e donna. Uno scenario raccapricciante di paura, bugie e falsità. Clown assolti, giudici colpevoli. Ambizioni e menzogne nella nuova fisica che tutto crea e tutto distrugge.
La violenza viene fuori, mi sbatte addosso. Corri a chiudere la porta, diffida di tutti. Non pensare, non ragionare. Adeguati. Segui la maschera. E' un incubo. Mi voglio svegliare. Non so come venirne fuori.
Aspetta, forse c'è una soluzione. Un modo per cancellare tutto questo.
Spengo. Era solo STUDIO APERTO. Condividi

sabato 30 maggio 2009

Fuck Trek and Horny Days

Avvertenza: Chiunque sia di facile suscettibilità è pregato di andarsene. Lo scritto sottostante non è per voi. Andate a vedere Studio Aperto o a giocare con i fili dell'alta tensione. Tanto è lo stesso.

Ultimamente va di moda. Il remake eccellente in chiave piccante. Da Fuck Trek ad Horny Days. Ed allora arriva l'idea. Perchè non raccontare qualcosa di lassù, di Palazzo Sfizioli. Del resto se era la casa delle Libertà un motivo doveva pur esserci. La mia preferita ve la dico subito: MaryStar. Come direbbe Garden-Silvio: M'attizza. Già mi immagino la scena. Lei, splendida, a "pont'" di scrivania vestita solo di occhiali e autoreggenti. La professorina ha sempre attirato. Pensatela nel momento di massimo piacere mentre recita: "M'illumino d'immenso". Uno spettacolo. Come partner ci vedrei bene il nerboruto (nonostante il nome) Angelino Alfano. Un bel maschione del Sud che sa il fatto suo. Certo potrebbe temere dei tagli, ma un po' di splatter non ha mai fatto male a nessuno.
Dalla splendida MaryStar passo a lei. La Mara, che una pari opportunità non l'ha mai negata a nessuno. Non mi piacciono troppo le sante di ritorno (in realtà neppure quelle di andata) però lei su questo si è costruita una carriera ed escluderla mi sembrerebbe peccato. Ha smesso di fare posizioni strane. Accontonate quella del ventilatore e dell'amazzone, si è data a quella del missionario. Basta trasgressioni per lei. Ha anche rinunciato a Bocchino, nel senso di Italico, quello che adorava sculacciarla con una copia del Roma con l'editoriale di Casillo. Adesso è più casta, sempre troia, ma casta. Scopa culturalmente con Bindi Bondi Buondì. Una cosa dolce, raffinata, pura. Pure a lui.
La Danielona si è offesa. Volevano farle fare solo un video sotto categoria Milf. A lei. Oltraggio. Lei ha sempre avuto solo i migliori, altro che Milly, è proprio Danielona nostra l'intramontabile. Epurator ogni tanto la spurga giusto per tenere la situazione oliata. Ma i tempi belli so' passati, i saluti non più romani ma romanisti, i fasci non littori ma da carro. E t'agg' vist.
Fammi pensare a chi manca. Qualche altro pezzo di gnoccolona pronta e calda, ci deve stare. La rossa. Ma solo di capelli e di ciucia. Michelle My Belle. Con chi la potremmo accoppiare. Ci vuole una cosa trucida. Lo so è banale. Ma La Rossa con la Russa è perfetto. Miscela vincente, se ci scappa il chico troviamo anche l'anticristo. A Pereta a Pereta già ha mostrato ampi stralci di femminilità lei, lui uomo tutto d'un pizzo, saprà rimetterla in riga. Dio, Patria e Famiglia. Facciamoceli tutti.
E poi il gran finale. La vendetta. Elio benedice i Meloni di Giorgia. Qua papà chula dice Noemi. In un vortice di passione, di musica in crescendo apicelliano si conclude.
Il regista non l'ho detto. Mi sembrava scontato. Io un film così lo andrei a vedere. Con la speranza di diventare cieco. Ma forse pure sordo, muto e scemo.

P.s. No, no. Vi prego non mi parlate di par condicio. Dalla parte opposta non si può proprio trarre niente di buono. Avevano provato a ribattere con una gang bang della Serracchiona ma per il momento siamo ancora lontani. Troppo. Ne avete di strada da fare. Del resto la parolina magica vi manca anche nel nome. Pdl: partito della Libidine. Condividi

mercoledì 27 maggio 2009

Le 10 risposte a D'Avanzo

Ore 3 (di notte). Squilla il telefono. Numero anonimo. Rispondo.

Io - Ma chi cazzo è a quest'ora?
? - Prooooonto... Mister Gaaaaardennnn
Io - A Silvio, ma che diavolo vuoi a quest'ora?
Mr. B - Eh no, stavo ubriaco e non sapevo a chi chiamare...
Io - Grazie del pensiero.
Mr. B - No è che... in realtà... c'avevo le risposte...
Io - Le risposte? Ma sò le 3 di notte!
Mr. B - Eh ma se poi me le dimentico?! Dai dai, ti prego, prendi nota... che domani poi le mandi a quel maledetto di Repubblica.
Io - Ma non possiamo fare domani mattina?
Mr. B - Mi consenta...
Io - Ma che mi consenta? Silviè ma staje tutt' scem'? Vabbuò ja, ho capito. Aspè che prendo il giornale, un foglio e la penna. Ti leggo le domande e tu rispondi, ok? Cominciamo.

1. Come e quando hai conosciuto Benedetto Letizia?
Mr. B - E chi è mò sto Benedetto?
Io - Vabbuò ja, ma allora a questo stiamo?! Elio, no Benedetto. Il padre di Noemi!
Mr. B - Ahhhh si! Guarda la verità è che non me lo ricordo manco, come e quando l'ho conosciuto. La cosa vera è che siamo diventati davvero molto amici quando ci siamo fatti insieme il trapianto di capelli. Andavamo dallo stesso specialista ed in sala d'attesa, mentre leggevo la Gazzetta dello sport, lui bestemmiava perchè il Napoli aveva perso. Mi stava simpatico e ci siamo conosciuti.

Ok andiamo avanti. 2. Quante volte vi siete incontrati?
Mr B. - Allora, ragioniamo: io sono al terzo trapianto, lui al quarto, poi c'è stata la volta che gli è morto tragicamente il figlio, poi quell'altra che a forza mi voleva regalare delle cartoline assurde del 1500, poi la festa del Milan, la sfilata... insomma ci saremo visti un sacco di volte. Che ne so?

Vabbuò Sì, è meglio che andiamo avanti altrimenti stanotte non mi fai dormire. 3. Le ragioni della vostra amicizia quali sono?
Mr. B - Eh... vabbè, parliamo di politica, con lui mi sfogo quando in Parlamento mi rompono le scatole, poi quando perdo il cellulare di Bertolaso chiamo lui, l'anno scorso abbiamo fatto insieme a Fede e Confalonieri il Fantacalcio...

Mio dio. Possiamo passà alla quarta? 4. Perchè hai discusso con lui delle candidature?
Mr. B - Eh che ne so, quello all'improvviso mi chiama e dice che suo cugino stava senza lavoro, mi attacca un pippone e mi chiede se posso mettere una buona parola con Martusciello. Magari per prenderlo nel suo ufficio stampa. Io gli ho detto che Martusciello manco lo candidavamo, e lui allora ha detto se potevo piazzarlo da Malvano. Io allora gli ho proposto di fargli fare una fiction ed alla fine s'è tranquillizzato.

Na fiction? Senti Sì, io sto prendendo nota, ma quello, D'Avanzo, a Repubblica si aspetta qualcosa di grosso. Passiamo alla quinta, ma te vedi di dirmi "cose giuste"! 5. Quando hai conosciuto Noemi?
Mr. B - Eh! Noemi l'ho conosciuta per la prima volta un sacco di volte!
Io - Silvio... non fare il deficiente!
Mr. B - Senti ma che vuoi, quella c'ha qualcosa. A me m'attizza!
Io - Ma c'hai un'età!
Mr. B - Eh ma la carne è carne.
Io - E il pesce è pesce! Mò vuoi rispondere?

Basta mi so scocciato, andiamo avanti. 6. Quando e dove l'hai incontrata?
Mr. B - L'ho vista varie volte nel mio ufficio a Milano. Stava sempre lì a rompere le palle e ci fosse stata una volta che si faceva roba... Poi ho pensato che forse non era il posto adatto e l'ho invitata in Sardegna. Lì è stato bello, mi ero creato na situazione da favola, con ragazze ovunque. Stavamo tutti super gasati, musica a palla, casino... Solo che poi mi sò ubriacato e alle 10 di sera stavo già dormendo.

Silvio sei un disastroso inconcludente! Ma si può fare sempre questo? Io non lo so, ma non hai imparato nulla sulle navi da crociera? Vabbè dai vedrai che prima o poi... mò ormai a Noemi te la sei bruciata, ma se capisci che ci devi andare piano con il mirto Zedda Piras... Senti, la settima. 7. Sostieni economicamente la famiglia Letizia?
Mr. B - E vedi tu! Da una vita! La nonna la lasciai all'epoca ad Emilio che, pure lui, scriveva scriveva ste poesie... C'aveva la mania di scrivere che voleva fare il giornalista... Però poi anche lui non è che concludeva tanto. Poi con la madre pure mi sò divertito un pò, ma dopo averla piazzata a Canale 21 non mi considerava più... diceva che il suo capo la corteggiava e non voleva farsi sgamare e così... niente. Alla fine ce li ho a carico da una vita.

Ma non gli potevi almeno far fare un lavoro normale a sta gente?
Mr. B - Ma come? Già con la storia di Mangano che faceva lo stalliere, tenevo tutti gli occi addosso, poi con Dell'Utri mi sono bruciato il posto di segretario... errore madornale, pensa tu a farlo fare alla madre di Noemi! Vabbè comunque alla fine dovendo piazzare pure Fede, Confalonieri e Galliani, alla fine non mi era rimasto nulla.

E c'hai ragione pure tu. Andiamo avanti. 8. Hai promesso di favorire la carriera di Noemi? In politica o nello spettacolo?
Mr. B - Scusami Garden, io due cose faccio: politica e spettacolo. In quale altro modo potrei favorirla?
Io - Bhè in effetti.

9. Veronica ha detto che frequenti minorenni, ne hai altre?
Mr. B - Non sai quante! Solo che adesso non posso fà più niente! Mò si devono calmare le acque, poi dopo torniamo a fare la bella vita!

Senti, io ti faccio l'ultima, ma sappi che a questa devi rispondere bene!
10. Come stai? In salute intendo. Veronica dice che non stai bene
Mr. B - Ma sto una favola! Scapagnini mi ha dato delle pillolette sensazionali! Ce ne sono di bianche, di verdi e di blu. Solo che non mi ricordo bene a cosa serve l'una e a cosa l'altra. Così le prendo sempre tutte insieme la mattina... sto da Dio!

Io - Senti Sì, io ste risposte a D'Avanzo non le posso mandà!
Mr. B - Ma come no? Dai vedi che puoi fare. Se fai così... se fai così io sai che faccio?
Io - Che fai?
Mr. B - Se fai così riferirò in parlamento di questa telefonata! Tiè, così ti impari! Bruno non sarebbe così duro con me!
Io - Sì, io con te non ce la faccio più. Mi chiami alle 3 di notte, mi dici che hai le risposte e poi mi racconti i cazzacci tuoi. Se le mando a D'Avanzo quello manco mi crede che siamo amici.
Mr. B - E tu digli che hai fatto i provini al Grande Fratello!

Vabbuò Silviè, lasci stare. Ci sentiamo domani! Buona notte! Condividi

lunedì 25 maggio 2009

scoop e dintorni

Le battaglie fra giornali mi hanno sempre affascinato. La lotta all'ultimo scoop, la ricerca ossessiva della notizia esclusiva, giocando anche un po' sporco con quel pizzico di malizia (o cazzimma a seconda delle latitudini) ma rimanendo sempre nei confini del fair-play.
In queste settimane anche coloro che pensano che giornalista significhi parente prossimo di giornalaio non hanno potuto fare a meno di assistere ai clamorosi sviluppi del "caso Noemi" con le relative notizie bomba. Voci e indiscrezioni che prima si sono rincorse, poi si sono accavallate e, infine, hanno fatto a cazzotti. Che bello per quanti hanno ancora un'idea nobile della stampa e non usano i quotidiani per lavare i vetri.
Ora, ricapitolando comincia Repubblica con Conchita Sannino che racconta di un Berlusconi in incognita che presenzia alla festa di una sconosciuta diciottenne. Pochi giorni dopo è il turno del Corriere del Mezzogiorno che con il bravo Angelo Agrippa riesce a scovare la "nina perdida" che con le sue dichiarazioni dà origine al putiferio che tutti noi conosciamo.
Man mano si arriva a domenica scorsa con il duo di Repubblica D'Avanzo-Sannino che stanano il primo fidanzato della diversamente velina di Portici che racconta come sia avvenuto il contatto fra il Cavaliere e la piccola Letizia.
Arriviamo ad oggi. Segnatevi la data. Ed entra in scena il Mattino. Olè!
Visti i sentimenti che mi legano a tale testata penso: "Evvai, hanno fatto il colpo, era ora!". Così inizio a leggere l'articolo "Esclusivo/Parla il papà di Noemi".
Cazz, era meglio se stava zitto. Lo scoop del Mattino di Napoli è più finto di una puntata taroccata della D'Eusanio. Immagino lo stato d'animo di Paolo Russo, coautore dell'intervista, che conosco come giornalista tutto d'un pezzo e di valore. Chissà la sua faccia nel dovere porre solo le domande prestabilite dagli avvocati... Sì, perchè pure un cecato si accorgerebbe della "pettinatura" del pezzo. Tutto appare studiato a tavolino... si cercano di incastrare avvenimenti temporali (p.e. partita dell'Italia) per dare validità alla difesa..
Non so che pensare anche perchè sembra più un'operazione alla Chi partorita dalla fervida mente di un Signorini piuttosto che il tentativo di offrire nuovo materiale all'opinione pubblica da parte del maggior quotidiano cittadino.
Guarda caso la figlia va a fare il provino da Fede nello stesso giorno della festa del Milan? Poi Berlusconi appassionato di cartoline e libri d'annata ce la beviamo un po' tutti, nevvero?
ma a chi vuò sfotter Leti'?!
Un dubbio però sorge alla fine del pezzo del Mattino. Quella frase buttata lì a commento dell'intervista "Questa è la verità di Benedetto Letizia. Ma è tutta la verità?"
Che significa?! Vuoi vedere che la nausea del tandem Di Caterino/Russo era tale che c'è stato bisogno di una postilla, di una "excusatio non petita" nei confronti dei lettori per prendere le distanze dall'articolo finto che più finto non si può. Condividi