venerdì 15 ottobre 2010

Passato ‘o santo, passata ‘a festa

Alle prese con quel cacamento di cazzo che va sotto il nome di cambio di stagione – cosa abbastanza inutile visto che anche a gennaio vado in giro a maniche corte… – inciampo in alcune carabattole che fanno parte del mio kit estivo e mi ritrovo tra le zampe il block-notes che mi assiste negli isolati pomeriggi d’agosto. Tra prenotazioni di lettini barra ombrelloni e incpit di racconti abortiti scorgo due pagine fitte di appunti che mi ero ripromesso di utilizzare in vista di non so quale ambizione letteraria. Trattasi delle frasi “storiche”, dei tic e delle azioni con cui alcuni clienti hanno allietato il mio soggiorno estivo. Un campionario di stupidità umana dal potenziale non indifferente. Un blob che farebbe gola a Checco Zalone e a Quentin Tarantino e grottesco quanto un film di Ciprì e Maresco.

Una piccola premessa prima di immergervi nel vivo del post. Tutte – e giuro tutte – le situazioni e le parole che di seguito leggerete sono accadute e sono state pronunciate nella realtà. Solo la mancanza di un voice recorder ha impedito a chi scrive di riportarle integralmente. Ma ciancio alle bande e rock ‘n roll, folks…

C’è il tizio che arriva sgommando (e già questo basta a farmi girare le palle…) a bordo del Mercedes Classe B (valore intorno ai 20mila euro) e nasconde i due bimbi sotto i sediolini posteriori per non pagare l’euro d’ingresso. Quando gli faccio notare la presenza dei ragazzini lui candido “Ah, m’ero scurdat’ d’è criature… vabbè, mò però ‘o bagnino rimane senza mazzetta..”. E sti cazzi..?

Sempre in tema di bambini. Il cliente che entra con l’auto inzeppata di persone (ma quanti cristiani entrano in una Fiat Uno?) e ogni cazzo di volta per darsi un tono simpatico ripete le solite cinque parole: “Sconto comitiva e ridotto bambini”. Ma se ti guardo schifato e non rido un motivo ci sarà…

Poi è il turno del papà che si presenta con l’auto stracolma come se avesse appena finito di traslocare e fa: “'O dottore ha detto che i bambini devono prendere ‘nu poco d’aria. Sto ’nterr ‘a rena un’oretta mica t’aggia pavà…?”. Cassiere: “Sì, bisogna pagare lo stesso…”. Papà incazzato: “Cammurrista!”.

A proposito di gente perbene. Sotto quale voce classificare la faccia di merda con "416 bis" tatuato sul bicipite che srotola davanti alla mia faccia allibita un rotolo di 200 euro legati con l’elastico?

Il negoziatore. “Quattro lettini”. Cassiere: “24 euro”. Negoziatore: “20 euro te vann’ buono?”.

Il minaccioso: “Famme sparagnà si no vaco ‘o lido affianco…”

Il simpatico: “Cinque lettini, un ombrellone e ‘nu quarto ‘e prusutto cuotto…”

L’ammiccante. “…”. Cassiere: “Prego?”. Ancora l’occhiolino. Cassiere intuitivo: “Un lettino?”. Ennesimo occhiolino. “Cassiere scocciato: “6 euro”. Occhiolino di ringraziamento.

L’indigeno locale. “Tre lettini e nu’ mbrellone”. Cassiere: “23 euro”. Alzata di sopracciglio e minaccia enigmatica: “Ma che bbò stu pellicciuso?!”.

L’intellettuale. Kia grigia e musica celtica a tutto volume. “Certo che come arpeggiano gli irlandesi…”. Cassiere: “Eh sì, ‘o vero…”

Il geloso. Di solito parcheggia due-tre metri dopo la cassa affinché non possa incrociare lo sguardo della moglie. Una volta è capitato che la signora mi abbia rivolto un innocuo buongiorno e lui inviperito: “E’ fernuto e fa ‘a stronza o ce n’amma jì…?”

Il galante. L’anziano dai gusti ambigui che nel porgermi i venti euro mi accarezza il palmo e sussurra tutte le volte: “Che mani curate e morbide…”. Quando chi mi conosce è portato a credere che le mie mani siano solite svolgere lavori di muratura.

Il discreto: “Oggi me serve pure ‘o ‘mbrellone pecchè ‘a guagliona mia tene ‘e mestruazioni…”.

Il furbo. Domenica di luglio. Spiaggia strapiena in ogni ordine di posti. “Posso scendere un attimo per vedere se ci sono dei parenti?”. Ma il telefonino no, eh…?

La birichina. Faccia devastata dal botox e dal collagene. Ma ancora tanta voglia di emozioni forti che una domenica mattina cinguetta accompagnata dallo stereo: “I’m easy like Sunday morning...”. E riavvia l'auto non senza prima avermi lanciato un bacio e schiacciato l'occhiolino.

La sfrontata. “Uè, quanto ti pigli?”

La campeggiatrice: “Me serve ‘na brandina e ‘na seggia…”

La languida con seri problemi di vista: “Ma il cassiere più tardi non viene a rilassarsi in spiaggia…?”

L’animalista. “Oh, ma io allora non posso entrare…”. Cassiere: “Perché signora?”. Sorriso enigmatico: “Ma lì c’è scritto vietato l’ingresso ai cani”. Cassiere sempre più preoccupato: “Mi perdoni, ma non capisco”. Con estrema nonchalance: “Eh, io sono una cagna…”.

La mamma. “Giuvinò, ma è arrivata mia figlia?”. Cassiere: “Signò, che ne so.. Ha forse lasciato la prenotazione?”. Occhio perso nel vuoto: “Uh, marò, nun ‘o saccio… però vedete quella teneva la maglietta gialla e il petto grosso…”. Cassiere interessato: “Prego?”. Signora cotonata: “Eh sì, come si dice in italiano… quella tiene i seni grandi…”.

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