lunedì 13 luglio 2009

Un'estate a mare

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare dell'alligatore cresciuto nelle fogne della Big Apple o della tizia rimorchiata in disco che dopo una notte di sesso scompare portandosi via un rene. Ok, due o tre in fondo alla fila... Ma chist so' i soliti irriducibili dediti ancora alla lettura. Ma come disse la Psp alla materia cerebrale "damme 'o tiempo ca te spurtoso". Questione di tempo, insomma. E come ogni paese è lo specchio della propria classe dirigente, anche ogni popolo merita la propria urban legend. Così anche noi napoletani, sempre vogliosi di trend, siamo stati accontentati. In città da un mese a questa parte gira una voce che in condizioni normali verrebbe accolta da risate e sfottò, ma che invece sta facendo seriamente a pezzi un'intera economia. Signori e signore, ecco a voi la storia dei vermi che infestano le acque e le spiagge di Licola e Varcaturo (e forse anche Capo Miseno). Se qualcuno mi avesse raccontato quello che (mi auguro) avrete la pazienza di leggere fra poche righe giuro che avrei telefonato in clinica per farlo disintossicare.
Si comincia sabato mattina con le prime timorose auto che varcano i cancelli del lido. Uomo, donna, vecchio, trentenne, ucraino, brasiliana o nero, tutti mi pongono la stessa domanda: "ma è vero che ci sono i vermi?". Se all'inizio sfodero il mio sorriso ammaliatore e mi rifugio nella battuta d'occasione, al centotrentasettesimo scontrino lo sclero prende il sopravvento quando ho un vivace scambio di opinioni con una cliente che conosco come sedicente funzionaria della Asl di Giugliano. Quindi, trattasi di persona che dovrebbe avere almeno in teoria una sorta di background culturale che dovrebbe distinguerla dalla vaiassa di Monteruscello. Ma diamo spazio ai dialoghi.

Donna (visibilmente allarmata): "Ma la mia estetista mi ha detto che ad una cugina di una signora che va a farsi la manicure in negozio hanno trovato delle bolle sulla pelle in cui si erano formati dei vermi dopo che si era fatta il bagno a Licola!".
Cassiere (sicuramente scazzato): "Sì, signò... mio cuggino, mio cuggino!".
Donna (leggermente perplessa): "Che significa?"
Cassiere (paraculosamante serio): "Che ad un'amica di mia nonna nelle bolle hanno trovato Dario Argento che si faceva lo shampoo".
Donna: ....?!
Ritira lo scontrino e va via.

Nuova scena surreale con un aficionado che ricordo nelle estati della mucillagine e della schiuma gialla trascorrere intere mattinate rastrellando il fondale in cerca di telline. Mi suonano ancora i "Giuà, viene nu' sugo che è a' fine ro' munn".
Ma lasciamo parlare le parole (nda: questa me la taglierebbero dovunque. Che bello scrivere su un blog!).

Uomo (confidenzialmente preoccupato): "Ma o' mare è spuorc eh?"
Cassiere (consapevolmente strafottente): "Nè più, nè meno che negli anni scorsi"
Uomo (spionisticamente informatore): "Eh vabbè, ma chist ann è asciut pure ngopp o' giurnal e int' à television!"
Cassiere (segretamente giornalista): "Ma chill so' na razz è merd! Po' scusate ma quando facevate le telline o' mare non era spuorc...?"
Uomo (stranamente sorpreso): "Ma prima non se ne parlava".

Giusto. Prima non se ne parlava. Perchè?
Ricordo nel 2005, l'estate della mia laurea, che il mare era uno specchio immoto color rosso sangue e la puzza di merda del depuratore si avvertiva già da Quarto. Ma nessuno fra i mass-media e i clienti degli stabilimenti balneari si poneva il problema dell'inquinamento. I dipendenti del depuratore facevano scorrere la zuzzimma a mare e i bagnanti sguazzavano fra i batteri fecali e dell'odore di merda dicevano ai figli "respira, respira a papà che è iodio!".

Verrebbe da ridere se non fosse per il fatto che l'anno scorso il secondo weekend di luglio fece registrare un incasso intorno ai diecimila euro, mentre ieri si è arrivati a stento a tremila di euro nonostante i prezzi più bassi.
Cosa comporta tutto questo?
Che i circa duecento/trecento ragazzi stagionali che si pagano la vacanza o l'università lavorando al mare quest'anno restano a casa e vengono chiamati a stento la domenica.
Che il masto di Michele "Sammontana", il quale registra il 70% di gelati venduti in meno, dice a Michele di starsene a casa quattro giorni su sette e Michele ha il mutuo da pagare.
Che il catering ha i frigoriferi pieni e nelle rimesse del grossista di beverage si accatastano i blister di Ferrarelle e le lattine di Coca-Cola.
Insomma, un'economia che paga dazio. Un litorale dove strutture storiche esistono da trenta/quarant'anni e che si decide di stroncare solo perchè un'idiota in divisa cerca notorietà sui giornali. I titolari dei lidi affermano che le carte sul tavolo del magistrato giacevano da dicembre scorso, ma il blitz è scattato quando è stata inaugurata la stagione. Voci, pettegolezzi, gossip. Allora come si spiega il fatto che il lido "Varcadoro", che ha la peculiarità di estendersi per metà in territorio giuglianese (Napoli) e per un'altra a Castelvolturno (Caserta), durante l'inverno ha effettuato lavori di ristrutturazione spostando gli abusi nella parte che ricade sotto la giurisdizione di Caserta? E poi come mai nessuna testa è saltata in quel di Giugliano? Possibile che nessuno sapesse niente e che i politici e funzionari del Comune siano tutti innocenti inconsapevoli. Eppure ricordo Giacobbe e Figliolia che andavano girando per i lidi in cerca di voti. Vogliamo poi parlare dei vigili urbani? Tutti scomparsi! Eppure fino a maggio già andavano in giro per stabilimenti a cercare tessere omaggio per mogli e amanti. A pensar male si fa peccato... Condividi

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