lunedì 15 giugno 2009

Metti una domenica di giugno che sei rimasto senza lavoro e metti che ti affibbiano il nipotino che al posto del mare (inquinato!) preferisce andare a vedere gli animali di Madagascar.
Così mi collego al sito dello zoo di Napoli per informarmi su prezzi e orari e nella homepage leggo quanto segue "Passeggiando tra cammelli ed elefanti, struzzi e gru del Paradiso, l'emozione induce a riflettere sulla bellezza della natura e l'importanza della sua conservazione".
Vabbè, penso un bel passo in avanti dall'ultima volta che ci sono stato. Ad occhio e croce un diciotto anni...
Armato di pazienza e di thè alla pesca carico Daddolo nella "macchina fico marcio" (Daddolo dixit) e tempo dieci minuti siamo davanti ai gates dello zoo cittadino.
L'esordio è buono: niente cartacce e munnezza varia come nella miglior tradizione sporconopea. Ma come si dice anche di Noemi the first impression never counts e subito si notano le prime magagne, mentre il nipotino ipereccitato comincia a dribblare transenne e carrozzine.
Non c'è più l'elefantessa Sabrina. In settimana avevo letto che si trovava in fin di vita causa blocco intestinale. Osservando il recinto senza zone d'ombra e attrezzature ambientali mi viene da pensare che se non fosse stato per la malattia Sabrina si sarebbe suicidata quanto prima...
Su il Mattino non c'è traccia delle condizioni in cui veniva tenuto il pachiderma. In compenso però ci sono le dichiarazioni di Francesco Emilio Borrelli, assessore provinciale alle aree verdi, uno che all'università leccava il culo ai prof. per prendersi gli esami e che si è pure "comprato" il tesserino di pubblicista. Poi ci sono le battute di Cesare Falchero, patron dell'Edenlandia, un altro intoccabile in quel di via Chiatamone. Guai a parlarne male, è capace che non ti fanno scrivere più...
A casa quando googlizzo "Sabrina e zoo di Napoli" scopro che il cancello del ricovero restava chiuso per assicurare la visione al pubblico. :-(
Intanto Daddolo si avvia verso i recinti dei leoni che con il sole a picco, secondo logica, cercano riparo all'ombra. Mentre scatto un po' di foto al re della foresta narcolettico, reprimo a stento la voglia di chiavare un capatone in faccia ad una mamma che si lamenta con il marito per la mancanza di vita degli animali: "Ci sono le scale, c'è l'acqua.. ma non ho capito perchè siamo venuti a vedere le bestie che dormono, pecchè nun se moven...".
Sta granda pereta!
Terza tappa il cammello con alopecia devastante e Daddolo pronto a sottolineare che nei libri non è così brutto. E' poi la volta dello spettacolo ignobile degli orsi. Sia l'orso bruno che quello tibetano mostrano evidenti segni di "schizofrenia da rclusione". Entrambi ripetono lo stesso identico, ossessivo girotondo con lo sguardo perso nel vuoto. La mia ragazza ha le lacrime agli occhi. Io un senso di schifo che sento crescere dentro.
Vogliamo poi parlare delle tigri? Rinchiuse in venti metri di gabbia, sommerse dagli escrementi e da un tanfo immondo. Anch'esse recitano la stessa pantomima degli sventurati orsi.
Andiamo via con la promessa di non tornare mai più. Per fortuna Daddolo non si accorge del nostro sconcerto. Appena tornati a casa però si mette a disegnare gli animali con le facce tristi rinchiusi dietro le sbarre. Condividi

1 commento:

  1. bravissimo!!
    allo zoo non si dovremme mai andare perchè io credo che lo zoo non debba proprio esisitere...per quanto riguarda la signora, una capata in faccia gliela dovevi dare!!
    eppoi su facebook fanno vedere le foto del vesuvio, dei castelli e del mare e cono la canzone di pino daniele sotto tutit dicono "però NApoli è la città più bella del mondo..."
    a tutti questi ignoranti consiglierei di viaggiare un pò, ma nemmeno tanto, e capire come realmente si dovrebbe vivere!
    scusate lo sfogo!
    Matt

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