venerdì 22 maggio 2009

Ammazzacaffè - crocetta - ammazzacaffè

Ah che bello, fra qualche giorno sarà "quel giorno". Quello che di domenica, dopo aver pranzato dai miei, scendo al piano di sotto, dal mio amico Comunista, ci stoniamo ben bene, e poi, armati delle nostre bellissime schedine elettorali, piene di timbri e date, ce ne andiamo in quella scuola e mettiamo la nostra crocetta. E' un po' un rituale, che si ripete con cadenza quasi biennale, ormai sempre uguale. Lui, come sempre, avrà la maglietta di Che Guevara; la porta da sempre, da quando abbiamo 18 anni. Prima la indossava spesso, poi, ultimamente, se la mette solo per andare a votare, in modo che appena entriamo nel seggio, tutti sanno già quello che voterà. Io invece mi camuffo, mi vesto "casual" in modo che... in modo che non c'ho voglia di vestirmi come se andare a votare fosse una festa, che ci si acchitta prima di prendere la matita e pensare a chi scegliere. Sarà, anche stavolta, tutto come sempre: breafing a chiacchierare vergognandosi dei nostri politici, tutti indistintamente; poi caffè e "ammazzacaffè" come da tradizione; infine quei 200 metri a bestemmiare. Poi il seggio: si entra a scuola (quasi sempre alle 15 non c'è nessuno), si trova la nostra stanzetta con le cabine, si fa qualche simpatica gag finta polemica con la commissione (che per principio "so na massa de stronzi") ed infine "nel segreto dell'urna". Io ci metto un secondo, il mio amico non esce più. Resta sempre 15 minuti lì dentro.
Ma stavolta andrà così anche l'ultimo atto di una messa in scena che riteniamo sempre più farsesca?
Non lo so, ma stavolta, io, la crocetta, non so proprio dove metterla.
Il gioco da sempre fatto di andare per esclusione, oggi, mi porta ad escludere tutti. Togli uno, togli l'altro, resterò con la matita in mano e con il "meno peggio" che ancora non è balzato fuori.
Statisticamente non ho mai vinto un'elezione. Non che abbia cambiato tanti partiti (al massimo due) ma, quando ha vinto la sinistra, io ho votato comunista e quindi un po' ho anche perso visto che a governare poi ci stavano ex democristiani, ex socialisti e ex di qualche altra ridicola fomazione politica. Quando poi ho deciso di salire sul carro dei vincitori, i vincitori sono diventati perdenti, ed io ho riperso. Vai a vedè che devo cambiare lato?
Ragioniamoci.
Escludendo per definizione i fascisti o ex tali, si potrebbe (in un'ipotesi fantastica) considerare di votare il vero leader della sinistra italiana degli ultimi tempi: Gianfranco Fini. Ma il compagno Fini ha deciso di operare una svolta talmente radicale col suo passato, che si è fatto un viaggio in stile "Ritorno al Futuro" fin dentro la Casa delle libertà. Na casa che, nel tempo, è diventata talmente grande, che ora dentro ci sta tutto il Popolo delle Libertà. Staranno stretti?
Su Berlusconi... no, Berlusconi no! Punto e basta. E allora? Allora guardiamo al centro? Al centro? Ma chi ci sta al centro? Casini? Quello dell'aborto, della ricerca sulle staminali, della famiglia obbligatoria, della Dc, delle collussioni con la malavita... ma come si fa?
E allora torniamo dall'altro lato. Vai con la sinistra. Si, vai, sinistra estrema! Vai coi comunisti. Anzi con la Rifondazione del comunismo, perchè il primo non andava bene, quindi l'hanno rifondato. Si, con quelli che se si scindono un altro po' devono vivisezionarsi. Perchè in pratica è successo che mentre i due più grandi partiti si stavano organizzando per dividere il mondo in due, loro dividevano in mille. Ormai ci sono più sigle di sinistra di quanti sono i candidati di sinistra.
Uffa, che resta? Pd. Devo proprio votare Pd? Non c'è manco più l'Obama italiano. Walter (che confidenzialmente chiamo Wow, per la firma illegibile che c'era sotto un volantino ignobile che mi mandò a casa la scorsa volta). Wow ha preso due schiaffi e si è tolto di mezzo, andandosene con la coda fra le gambe. E poi il Pd fino ad ora che mi ha prodotto? Iervolino e Bassolino con tutti i mangiapane a tradimento che governano dalle mie parti?
Marò, non resta che l'Italia dei Valori! Oddio Di Pietro.
Qualcuno mi aiuti, ma non a scegliere, a convincermi di andare comunque a votare.
Poi, come sempre, na mano sugli occhi, na mano sul culo... na crocetta... e fuori dal seggio. Veloce il più possibile.

"Torniamo a casa, va, Lù. Andiamoci a fa n'altro "ammazzacaffè" e non ci pensiamo più" Condividi

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