martedì 12 maggio 2009

La prova settimanale

Nel caso qualcuno non se ne fosse accorto sugli schermi italiani sta andando in onda uno dei reality più belli e appassionanti degli ultimi tempi. Fa impallidire il Grande Fratello e L'isola dei famosi, e rasenta la perversa genialità di chi ha immaginato una sceneggiatura come quella di "The Truman Show". Non li amo i reality ma devo ammettere che questo ha qualcosa di veramente speciale. Ecco una sintesi della puntata odierna. Fortunatamente, visto che non l'ho seguito proprio dall'inizio, c'è un riassunto di quanto accaduto fino ad ora.
Questo è quello che ho visto.

Pariti! I circa 70 concorrenti ricevono il fischio d'inizio sul proprio cellulare e, come previsto dal regolamento, abbandonano tutto quello che stanno facendo e raggiungono a massima velocità il punto "x", in prossimità di una spiaggia. Arrivati alla rinfusa al primo intermedio, mostrano tutti i primi segni dello sforzo. I più agili in questa prima fase si limitano a cagarsi addosso in silenzio pensando al fatto che non sanno nuotare. Gli è capitato per sfiga di vivere 32 anni della propria vita su un altopiano o a fianco di un cammello in mezzo al deserto per cui è la prima volta che vedono il mare. Sai com'è, può fare anche uno strano effetto!
I meno allenati e pronti al sacrificio fisico invece pagano la necessità di privarsi di ogni appendice materiale che possa intralciarne il cammino. Insomma non c'hanno un cazzo, tranne i loro vestiti, qualcosa nascosto nelle mutande e un nervoso evidente per la situazione. Giunti al punto "x" e sborsata la somma pattuita per partecipare alla gara ed entrare nel vivo del reality, giunge la prima vera prova. Non è ancora la "prova settimanale", è solo per scremare. I concorrenti devono restare nascosti per un tempo imprecisato dentro delle casupole sgangherate. Resti di case abbandonate o espropriate dalla produzione per creare il punto di partenza. Nelle passate edizioni pare che i più fortunati siano stati 6 ore nella "zona mista" prima della partenza, in una delle ultime competizioni invece, pare che non siano bastate 20 ore per il fischio d'inizio.
Qualcuno già cede, pochi. Gli altri si supportano a vicenda, bestemmiando ognuno secondo il proprio dialetto e pregando tutti (o quasi) nello stesso modo.
Al fischio d'inizio scatta la prova cronometrata. I concorrenti abbandonano la casetta e schizzano via verso il mare. Si distinguono gli stili di corsa: dai magrebini (notoriamente più passisti e votati alle lunghe distanze) ai malviventi di Tunisi Vecchia (abituati allo scatto per ragioni lavorative). Alla fine sono in 69 a conquistarsi un posto a bordo di una barchetta niente male, comoda e spaziosa. Tutti sembrano aver riacquistato l'inziale tonicità, grazie anche all'attesa che ha consentito un'adeguata preparazione fisica e psicologica. Se a questo stato di grazia dei concorrenti si somma l'eccitazione per la partecipazione ad un reality in mondovisione, si capisce bene come incida poco sul gruppo il secondo intermedio. Al traguardo intergiro posto a circa 2/3 miglia marine dalla costa di partenza infatti, nessuno corre alcun rischio nell'effettuare il cambio natante. Ora compatti preseguono su una barchetta ancora più sgangherata della casetta da cui sono schizzati fuori come spilli, impazziti ma silenziosi. E qui comincia la vera "prova settimanale". Percorso con andatura da crociera fissa sui 3 nodi, il secondo e più lungo tratto di mare si rivela una trappola per il barchino che incorre nella mente occulta del gioco (di cui forse si parlerà in un prossimo post). Il Tiranno, così si chiama l'omologo del Grande Fratello, decide per la carta imprevisti. Dall'esito del televoto viene sorteggiata col 75% dei voti la Marina Militare, che quindi surclassa nelle preferenze degli spettatori della Guardia di Finanza (col 24%) e i supporters dello yacht di un petroliere miliardario curdo (di passaggio in zona) con solo l'1% degli sms ricevuti (si sospettano brogli organizzati da un call center libico). Di fronte all'imponenza e alla tecnologia della nave "Spica" della Marina Militare, ai concorrenti non resta che giocarsi la contromossa. Il jolly: la richiesta di soccorso. La Marina italiana accusa il colpo ma la reazione è immediata. Il jolly è accettato ma ora bisogna scalare le pareti della "Spica" per proseguire. E la sorte bacia i concorrenti, perchè quelli che se la facevano addosso per paura del mare, sfruttano l'esprienza degli altipiani e passano l'ostacolo, gli scippattori di Tunisi si arrampicano come scimmie ed in meno di un'ora il gioco è fatto. Ma la prova non finisce qui, perché a questo punto entra in gioco anche il Capitano della Spica che con lucidità e lungimiranza sceglie l'approdo più vicino per proseguire con la prova settimanale. Il Capitano sceglie Malta, per l'ormai nota disponibilità dell'isola dei Cavalieri omonimi ad ospitare reality show di questa fama e per le precedenti collaborazioni tra la produzione ed il Governo Maltese, partner azionario dell'inventore del gioco. Stavolta l'andatura è ben più sostenuta ed in una mezza giornata si raggiunge il porto della Valletta. Sembrava quasi tutto troppo facile e, per questo, visti i cali d'ascolto, le "menti" decidono per il colpo di scena: la capitaneria di porto maltese rifiuta lo sbarco, c'aveva forse un jolly anche lei e l'ha sfruttato così. E' l'evento che cambia l'inerzia della gara, è la scossa. Qualcuno rischia di cedere, i più sottolineano quanto e come sia stato speso male il jolly del soccorso. Ma tant'è. Ormai è andata così. Non resta che aspettare e farsi un'altra mezza giornata di navigazione, col vento in faccia ma con pochissimo mangiare nello stomaco. Roba italiana, ma poca. Adesso si viaggia verso l'Italia, direzione Porto Empedocle, per il verdetto del Tiranno sulla prova settimanale. Chi sarà stato il migliore? Chi conquisterà uno splendido soggiorno in un Cpt (o Cpi, o come volete voi)?

Non lo so, nella puntata odierna non si dice. E poi c'è la pubblicità da mandare.
Sai che forse questo reality mi fa schifo proprio come gli altri?
Quasi quasi uso anche io il jolly e me ne vado a dormire. Condividi

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